Cultura e Spettacoli

L'inventore della Bossa Nova morto da solo e in povertà

Ha rivoluzionato la musica brasiliana. Sinatra fece conoscere al mondo «The Girl from Ipanema»

L'inventore della Bossa Nova morto da solo e in povertà

La differenza tra i musicisti è nel suono, più ancora che nella tecnica. Joao Gilberto aveva un suono di chitarra classica che nessun altro ha mai avuto. Come Carlos Santana o Ritchie Blackmore nel rock. Si chiama «batida» ed è diventato non soltanto il suo marchio di fabbrica ma anche la sua ossessione, la missione che lo ha accompagnato fino alla morte. João Gilberto Prado Pereira de Oliveira è morto l'altro giorno a Rio De Janeiro, da solo, nella sua casa contestata (come tutta l'eredità) tra i figli Bebel e Marcelo e l'ultima moglie Claudia Faissol. Aveva 88 anni ma rimarrà per sempre giovane grazie a uno stile musicale che ha contribuito a inventare e che oggi è uno dei simboli del Brasile. La bossa nova. Pochi generi musicali sono «allineati» con il modo di vivere e pensare del paese d'origine come la bossa nova. Anche se sono trascorsi sessant'anni esatti dalla pubblicazione del 78 giri Chega de saudade, quel modo di intendere la musica è ancora l'identikit della brasilianità. Figlia del samba cançaò e della Sinfonia de Rio de Janeiro di Jobim, la bossa nova è stato il traghetto che ha consentito alla musica brasiliana di arrivare negli Stati Uniti e di trovare la sponda più vicina al modo di suonare di Joao Gilberto, ossia il jazz. C'è voluto un disco epocale, forse il più venduto nella storia del jazz, Getz/Gilberto del 1964, per imporre questa inconsueta visione dei suoni, drasticamente legata al ritmo e al virtuosismo.

Ad aprire quel disco c'era Girl from Ipanema, composta da Vinícius de Moraes e Antônio Carlos Jobim e già eseguita in Brasile da altri artisti. Per la prima Jobim, de Moraes e Gilberto la eseguirono nell'agosto del 1962 al ristorante Au Bon Gourmet di Copacabana. In poco tempo, quell'inno alla bellezza brasiliana è diventato uno degli standard più eseguiti nella storia, un brano che vanta centinaia di cover e che ha ispirato tantissimi artisti.

Un successo planetario che a «Joazinho», come lo chiamavano amici e familiari, ha cambiato poco lo stile di vita. Certo, la Garota de Ipanema ha subito attirato l'attenzione di grandi interpreti come Frank Sinatra, che l'ha trasformata in una hit, e in Italia di Ornella Vanoni, diventando realmente il simbolo di un popolo. Ma Joao Gilberto era più interessato alla sua chitarra classica e a un modo di suonarla che fosse totalmente riconoscibile. La sua era una passione, quasi una missione alla quale si è dedicato finché le forze e la lucidità glielo hanno consentito. Suo figlio Marcelo ha annunciato la morte con un post su Facebook nel quale riconosce al padre la forza di aver «mantenuto dignità mentre perdeva il controllo», il che fa presupporre che la malattia sia stata lunga e umiliante.

Se ne va allora l'ultimo dei grandi, uno dei pochi che abbia consegnato la propria esistenza alla estenuante ricerca di perfezione musicale. Nonostante il gigantesco successo, Gilberto ha inciso relativamente pochi album, ossia 18, l'ultimo dei quali è uscito nel 2016, quel Getz/Gilberto 76 che sanciva per sempre un'accoppiata che ha fatto storia. A differenza di Jobim e Vinicius de Moraes, Joao Gilberto ha ridotto al massimo i compromessi e si è sempre concentrato sulla qualità delle proprie esecuzioni. Ogni concerto, e a Umbria Jazz possono confermarlo, era una sfida, l'occasione per migliorare la propria «batida» e aggiungere qualcosa in più, magari una sfumatura, magari una piccola variazione stilistica. E che questo signore piccolo e occhialuto, nato a Jazeiro il 10 giugno 1931, fosse un fuoriclasse si è capito tante volte. Ad esempio nel 1973 quando uscì l'album omonimo che molti chiamano L'album bianco in riferimento per qualità e importanza al White Album dei Beatles.

In poche parole, andandosene a 88 anni, questo chitarrista ha lasciato un segno indelebile nella musica. Ma, come tanti artisti, nella vita privata ha scontato il pedaggio della genialità. Tre mogli, l'ultima delle quali è più giovane di quarant'anni e lo ha accompagnato litigando fino alla fine.

Attento com'era nei dettagli artistici, Joao Gilberto sorvolava sulle bagattelle domestiche e così si è ritrovato a morire da solo, senza neppure una misera percentuale di tutta la ricchezza che la sua arte è stata in grado di produrre.

Commenti