Cultura e Spettacoli

L'ira di Salmo dopo la rimozione del suo cartellone: "Davvero vi spaventa?"

Dopo la rimozione del suo cartellone pubblicitario dai Navigli, il rapper e produttore discografico sardo si è sfogato sui social contro chi pensa che sia stata una mossa di marketing

L'ira di Salmo dopo la rimozione del suo cartellone: "Davvero vi spaventa?"

Non si spegne la polemica intorno al cartellone promozionale del concerto a San Siro del rapper Salmo. Dopo la segnalazione e la rimozione avvenuta pochi giorni fa, a causa dell'immagine troppo forte, il musicista è tornato sul web con un duro post di sfogo. Il rapper ha affidato il suo pensiero a Instagram, polemizzando con coloro che hanno giudicato crudo e inopportuno lo scatto incriminato.

Il maxi poster era comparso, nei giorni scorsi, lungo i Navigli di Milano per annunciare lo show live del 14 giugno 2020 del rapper sardo. L'immagine di Salmo con la faccia ricoperta di sangue grondante e schizzi rossi ovunque ha però turbato i passanti, tanto che in molti hanno segnalato l'inadeguatezza del cartellone pubblicitario alle autorità. Troppo forte il messaggio trasmesso da un volto insanguinato, soprattutto per i bambini. La mannaia della censura è così piombata dall'oggi al domani sulla testa di Salmo. Le autorità competenti hanno richiesto l'immediata rimozione del telonato pubblicitario dalla facciata del palazzo. La decisione di bannare questo tipo di pubblicità ha però fatto letteralmente infuriare il rapper che è tornato a parlare della vicenda attraverso i social network.

Sul suo profilo Instagram il musicista 35enne si è scagliato contro chi si è scandalizzato per una scelta di marketing: "Il cartellone è stato segnalato e rimosso. Davvero vi spaventa così tanto il sangue finto? Eppure siamo bombardati da immagini forti ogni giorno". Salmo, che recentemente si è reso protagonista di un singolare episodio al concerto di Molfetta, si è rivolto con fermezza verso i genitori che si sono lamentati dell'immagine cruda da lui proposta, quando in realtà non si accorgono di quello che fanno i loro figli: "I vostri figli sparano e ammazzano gente nei video giochi e sono liberi di vedere su i social le peggiori brutalità!". Poi la stoccata finale contro coloro che hanno pensato che fosse tutto studiato a tavolino per ottenere maggiore visibilità: "Ovviamente penserete sia l’ennesima mossa di marketing.

Andatevene a fan****".

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