Cultura e Spettacoli

ll Cile si racconta: "Le delusioni esistono, ma continuo a vibrare"

Da oggi online il video Liberi di vivere, estratto dall'ultimo disco In Cile Veritas del cantante aretino, pronto per le tappe live

ll Cile si racconta: "Le delusioni esistono, ma continuo a vibrare"

Lorenzo Cilembrini, in arte il Cile, torna sulla scena musicale italiana. Da oggi è online il video del nuovo singolo "Liberi di vivere", estratto dell'ultimo disco "In Cile Veritas" e domani inizia il primo di una serie di live (Milano 11 dicembre, Firenze 13 dicembre e Roma 14 dicembre per poi andare all'estero nel 2015).

Bentornato, Cile. Ti è mancato il contatto col pubblico?

"Moltissimo, anche se l'estate scorsa ho avuto la fortuna di aprire il concerto di Ligabue a San Siro. È sempre un'emozione tornare dal tuo pubblico, quello che coltivi giorno per giorno. Ripartire da Milano poi è molto bello perché è la città in cui è nata la pianificazione pratica e lavorativa del mio progetto, è la città dove ho firmato il mio contratto con la Universal ed è la città che - dopo i vari live che ho fatto - mi ha permesso di capire che c'è una solida fan base che ha interesse verso quello che faccio".

“Liberi di illuderci con le nostre distrazioni, liberi di piangere sull'alcool versato, questo presente è precario ma il nostro cuore resta affamato”. “Perchè la mia generazione disperde tutto a terra e la guerra più grande che ha perso è quella con se stessa”. Liberi di vivere e Incantesimo. Due testi simili a distanza di due anni. Pensi che la tua generazione sia destinata al fallimento e alla precarietà?

"Io credo che la precarietà non sia necessariamente intrinseca alla nostra generazione, ma vi confluisca perché si è sviluppata in un periodo precario sotto tutti gli aspetti. C'è un decadimento culturale, politico, sociale, empatico tra essere umani dovuto anche alla rete che ha smembrato il contatto di una volta tra esseri viventi e quindi i ragazzi che dovrebbero formare qualcosa per il futuro si trovano disorientati. "Ma il cuore resta affamato" (come recita Liberi di vivere, ndr) perché percepisco la voglia di concretizzare i propri sogni e questo è qualcosa che non si può sedare anche se il circostante è altamente duro e difficile".

Da dove si può ripartire?

"Dai capisaldi della nostra vita: la famiglia, il lavoro per cui si è studiato, la musica nel mio caso: spesso c'è la sbagliata concezione che i sogni siano necessariamente qualcosa di iperbolico".

Gran parte del tuo potenziale pubblico vive, per ragioni anagrafiche, all'estero perché emigra. Questo aspetto influenza in qualche modo la tua scrittura?

"Ci penso e spesso quando introduco la canzone Tamigi, scritta per una ragazza che ha deciso di realizzare i propri sogni altrove perché l'Italia la schiacciava troppo. Il coraggio è sempre da premiare, io ho vissuto all'estero e so bene la difficoltà che c'è per integrarsi altrove. Detto questo, io però non vedo l'estero come una meta che ti divide per sempre dalla tua patria, dal tuo sangue, lo vedo più come una transizione".

"Così acido è il sapore di una delusione", per citare una tua canzone. La più grande delusione del Cile?

"Forse è legata proprio a Cemento Armato, scartata due volte a Sanremo. Una delusione non dovuta al Festival in sé, ma al fatto che avevamo la percezione che quel testo avesse un alone magico. Però da questa delusione è nato qualcosa che poi è stato il primo piccolo mattone per quella che vorrei diventasse una casa".

“L'amore è un suicidio che crea dipendenza”. Che rapporti hai con questo sentimento?

"Quella canzone è ovvio che susciti dei pensieri forti, ma ascoltata integralmente ha connotati satirici. È comunque vero che io da sempre ho vissuto per motivi personali rapporti difficili e ho attirato persone difficili, vivo molto i miei alti e bassi interiori che determinano poi il mio rapporto. Tutti ci siamo trovati di fronte a un grande dolore dopo una storia dì'amore ma ci si ricasca perché l'amore è una necessità primaria per l'animale umano".

Nella musica italiana, soprattutto dal punto di vista cantautoriale, ci sono ancora numi tutelari come De gregori, Fossati, Guccini. Auspicare una rottamazione ha senso o è una mancanza di rispetto?

"Beh, Fossati si è autorottamato. Ma questo termine non mi piace. Penso che dietro ci sia molto paraculismo e l'ho visto anche in Renzi stesso che ha usato questo termine come un sinonomio di voler prendere il posto di qualcuno. Io spero che ci sia la possibilà di dare uno spazio di rilievo a una certa musica dove il testo prevalga, come una volta lo era per i cantatuori. Quello che rimane nel tempo sono le canzoni. Spero insomma che si rottami la concezione che certa musica debba rimanere di nicchia oggi, perché le belle canzoni che scuotono il pubblico dovrebbero avere la possibilità di essere usufruite maggiormente".

I volumi di mercato però ormai sono ridotti per tutti. È ancora lecito fissare dei target e guardare alle vendite?

"Le vendite del fisico si stanno inserendo negli ascolti dello streaming in America e questa cosa funziona, dal digitale hanno un ricavo maggiore. Da noi ancora questo non succede. Ci si trova a produrre musica che ha un costo e che poi viene ascoltata gratis dal pubblico. E questa è una grande frustrazione. A un ragazzo di 14 anni che non ha mai visto un cd è difficile spiegargli come funzionava prima, non saprebbe nemmeno dove metterlo".

La tua scrittura è molto autoanalitica; parti da te stesso ma implicitamente fai capire che il reale attorno a te non ti dà abbastanza stimoli di racconto.

"Questo secondo album è di transizione tra il primo e quello che sto scrivendo adesso, ho iniziato con grandi grovigli interiori che dovevo esorcizzare e portare fuori, dal grido di rabbia alla malinconia. In Cile veritas dovevo eliminare le ultime scorie dei miei drammi personali anche se una vibrazione positiva di rivalsa, un'ironia più aperta e non necessariamente pungente e spigolosa iniziano a pervadere la mia musica. In Liberi di vivere invece di partire dal soggettivo e poi vedere quello che c'è attorno, provo - e vorrei farlo anche in futuro - a partire da ciò che mi circonda per arrivare poi a quello che mi trasmette. Adesso mi preparo ad allargare la visuale".

Se il Cile fosse nato sul palco di X Factor?

"Non l'ho mai presa in considerazione perché io scrivo le mie canzoni, anche le cover devo destrutturarle. Non demonizzo questi show, hanno tirato fuori realtà importantissime però a conti fatti sono rimasti in pochi a consolidarsi sul mercato (Emma, Mengoni, Noemi e Amoroso e poco altro). Avere una visibilità immediata è pericoloso se poi non c'è qualcosa di concreto veramente forte che possa reggere l'onda d'urto. Un Lucio Dalla non sarebbe riuscito nemmeno a entrare in un talent e avremmo rischiato di perdere uno dei più grandi talenti della musica italiana. Come giudice o in veste di ausilio autorale, sarebbe invece diverso e mi piacerebbe partecipare a X-Factor".

Nel panorama politico attuale per chi scriveresti un inno?

"Attualmente ho difficoltà a credere nella politica. La concezione del fare politica è degenerata in uno spot pubblicitario riuscito non molto bene. Ho fiducia nelle persone e spero che in questo mare magnum di cose che stonano ci sia qualcuno che porti un ideale vero, ma al momento non lo vedo. Posto che non sono i politici a comandare, ma forze differenti (tecnocratico-bancarie) come succede un po' in tutto il mondo, il pericolo più grande è rendere un popolo maggiormente ignorante".

Quanto costa la serenità?

"È fatta di compromessi con cui bisogna fare i conti. Io odiavo il lavoro che facevo, ma era un mezzo per mantenermi e continuare a fare quello a cui aspirare: scrivere e fare musica".

A tal proposito, come affronti la scrittura di un testo?

"Scrivo sempre sul telefono e, dopo che ne ho perso uno, adesso coordino tutto tra i miei apparecchi tecnologici, tablet e quant'altro. Poi rileggo e cerco di trovare una sintesi".

Un Cile tecnologico. Chi l'avrebbe mai detto...

"Lo faccio perché non ho un calligrafia leggibile e non riesco a rileggere quello che scrivo. Anche se trovo qualcosa di tattile più romantico e bello".

Con chi vorresti collaborare in futuro?

"Sono molto concreto, non ho sogni che sono molti lontani dalle aspettive.

Mi piacerebbe fare una canzone con i Negrita per coronare la nostra amicizia e con Lorenzo Jovanotti".

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