Cultura e Spettacoli

Guadagnino difende Woody Allen: “Credo ancora nello stato di diritto”

Parlando delle accuse di molestie che hanno travolto Allen, il regista di “Chiamami col tuo nome” si scaglia contro il “perverso e primordiale godimento nel processo a un uomo”

Guadagnino difende Woody Allen: “Credo ancora nello stato di diritto”

Luca Guadagnino si schiera dalla parte di Woody Allen. Il regista di Chiamami col tuo nome e Suspiria, in un’intervista al magazine IndieWire, ha aspramente criticato l’improvvisa damnatio memoriae di cui è vittima il maestro newyorkese in quest’ultimo periodo.

Nel mirino dei movimenti #MeToo e Time’s Up in seguito al rispuntare delle accuse di molestie da parte della figlia adottiva Dylan, un episodio risalente al 1992 per il quale non c’è mai stata un’autorizzazione a procedere nei suoi confronti, Allen ha fatto causa ad Amazon per 68 milioni di dollari vista la rescissione unilaterale del contratto che lo legava allo studio. Non solo: il regista si è visto negare la pubblicazione della sua autobiografia e la distribuzione americana del suo ultimo film, Un giorno di pioggia a New York, che uscità in Italia il 3 ottobre grazie a Lucky Red.

Luca Guadagnino, omaggio (e difesa) a Woody Allen

Guadagnino, che al recente Festival di Cannes ha presentato il cortometraggio The Staggering Girl con Julianne Moore e Kyle MacLachlan, non ha digerito il trattamento riservato dal mondo del cinema al collega. “Non mi piace – ha detto a IndieWiretutto questo perverso e primordiale godimento nel processo a un uomo, stile La lettera scarlatta. Credo ancora nello stato di diritto. Sul signor Allen s’indagò a fondo vent’anni fa e venne scagionato. L’eredità di Woody Allen, i suoi film sono fantastici. Chiunque neghi che Un’altra donna sia un capolavoro è uno stupido!”.

Guadagnino ha omaggiato Woody Allen proprio nel suo corto: i titoli di testa e di coda sono stati realizzati con gli stessi font dei film di Allen. “L’avevo già fatto in passato – ha raccontato – con il mio corto Working Stories.

Chiesi ad Ariel Schulman, un regista che è anche un grande visual artist, di disegnare a mano i titoli nello stile di Allen”.

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