Cultura e Spettacoli

Morgan, bloccato lo sgombero dei beni: "Chi doveva ascoltare lo ha fatto"

Il cantautore milanese ha ottenuto una piccola e personale vittoria nella battaglia che lo ha visto sfrattato dalla sua abitazione e attraverso i social spiega cosa hanno fatto i Magistrati

Morgan, bloccato lo sgombero dei beni: "Chi doveva ascoltare lo ha fatto"

Continua la battaglia mediatica e social di Morgan dopo lo sfratto subito nelle scorse settimane. La sua abitazione è andata ormai "persa", venduta all'asta per la metà del suo valore a un misterioso acquirente che Morgan ha provato a contattare per trovare un accordo ma mai raggiunto. Negli ultimi giorni l'attenzione del cantante si è così focalizzata sul salvataggio dei beni che si trovano all'interno dell'immobile, oggetti di valore cultura e non sui quali Morgan sta incentrando la sua battaglia.

E sembra che la cosa abbia funzionato. Su disposizione dei magistrati che si occupano del processo è stato infatti bloccato lo sgombero forzato dei beni contenuti nelll'abitazione studio del cantante. Strumenti, teatrini di legno, migliaia di libri e dischi ma anche manoscritti. Ogni pezzo rimarrà nella cosiddetta "casa gialla" di Morgan secondo quanto deciso dal Tribunale Fallimentare di Monza.

A rendere noto il fatto è stato Morgan attraverso i suoi profili social dove, poche ore fa, ha pubblicato un messaggio in cui spiega l'accaduto: "A quanto pare i Magistrati stanno agendo in modo inaspettatamente riguardoso del contenuto della "casa gialla", la mia casa/studio perchè oggi è stato bloccato lo sgombero forzato dei beni. Tutto quello che c'è, gli strumenti, i manoscritti, la tecnologia e i teatrini di legno, la miriade di inediti, di libri, dischi, la costumeria di scnea, gli arredi autocostruiti, le scritte sui muri, i quadri, le fotografie, tutto, tutto rimane dove sta".

Il cantautore aveva dato mandato al suo avvocato, Roberto Iannacone, di opporsi al pignoramento della sua abitazione di Monza e i risultati sono arrivati: "Quando io e pochissimi amici abbiamo gridato: giù le mani dall'arte! Evidentemente non lo abbiamo fatto invano perché chi ci doveva ascoltare lo ha fatto".

Adesso non rimane che attendere la prima udienza del processo in programma il prossimo 6 agosto.

Morgan social

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