Cultura e Spettacoli

Morto Herr autore di «Dispacci» e sceneggiatore

Alessandro Gnocchi

A volte basta un solo libro per entrare nella storia della letteratura. Michael Herr, giornalista e sceneggiatore statunitense, morto ieri in un ospedale di New York dopo una lunga malattia, sarebbe passato alla storia anche solo per aver pubblicato Dispacci (Bur). La New York Times Book Review lo definì il miglior libro sulla guerra del Vietnam. Più generoso, e giusto, fu John Le Carré: «Dispacci è il miglior libro che abbia mai letto sugli uomini e sulla guerra nella nostra epoca». Nato dall'esperienza diretta sul campo come reporter di Esquire tra il 1967 e il 1969, Dispacci racconta la storia vera del Vietnam e ne fa la metafora della condizione umana, sfociando nella pura letteratura. Dove, se non in guerra, l'uomo si mostra completamente nudo, al suo meglio e al suo peggio, nell'eroismo e nella vigliaccheria? Dove, se non in guerra, diventa impalpabile il confine tra il bene e il male? Insomma, un capolavoro. Costato all'autore un esaurimento e anni di silenzio. Dispacci uscirà nel 1977. Quando Francis Ford Coppola decise di girare il suo film sul Vietnam lo volle come co-sceneggiatore. Apocalypse Now, un altro capolavoro (1979). Poi arrivò l'incontro con Stanley Kubrick. Prima, il regista statunitense progettò con lui un film tratto da Doppio sogno di Arthur Schnitzler. Il lavoro, che poi diventerà Eyes Wide Shut, fu accantonato a vantaggio di una pellicola sul Vietnam. E così nacque Full Metal Jacket (1987). Siamo al terzo capolavoro. Nella vita di Herr, nato a New York nel 1940, c'è spazio anche per il quarto: Con Kubrick (minimum fax). È un magnifico ritratto del più enigmatico dei registi. Herr scrisse poco.

Questo giudizio su chi stroncò Eyes Wide Shut, uscito poco dopo la morte di Kubrick, forse spiega il perché: «Non sono molti gli spettacoli più avvilenti di questo: la brillante combriccola dei critici culturali, unita nel disprezzo, che si dà alla spaventosa occupazione di spremersi le meningi».

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