Cultura e Spettacoli

"La musica è cultura ma non interessa al ministro della cultura"

L'artista pubblica un disco di brani altrui (che sembrano suoi). Tra gli ospiti anche Bono

"La musica è cultura ma non interessa al ministro della cultura"

Aggiornamenti su Zucchero: pubblica un nuovo disco, che è fatto di cover che però sembrano brani suoi. Ed è rimasto uno che dice le cose chiaramente. Invece di fare stories su Instagram o concerti in salotto, durante il lockdown ha selezionato 500 canzoni che sono la sua «Costituzione» musicale, ne ha scelte tredici e le ha incise alla propria maniera. «Ho voluto tenere acceso il mio motore», dice lui con una metafora molto rock. Insomma, ecco Discover, che riscopre anche brani come Fiore di maggio di Concato, Ho visto Nina volare (con un virtuale De Andrè) e Follow you follow me dei Genesis, che è pure il primo singolo. «Nel mondo anglosassone i dischi di cover hanno molta dignità», riassume.

Vuol dire che in Italia invece no?

«C'è una cultura diversa. Pensate a Johnny Cash, che nell'ultima parte della propria carriera ne ha realizzati alcuni davvero superlativi».

Si paragona?

«No assolutamente, è solo per chiarire il concetto».

Qual è il filo conduttore di Discover?

«Mette insieme le mie due anime: quella legata alla musica americana e quella legata alla melodia italiana».

Tra gli italiani però non ha scelto, per esempio, Battisti o De Gregori.

«Vuoi che non mi piacciano? Ho provato a cercare altro. Anche perché ci sono canzoni che è meglio lasciar stare come sono, che non si possono toccare».

Ad esempio?

«Parlo di musica straniera. Uno dei miei pezzi preferiti è A whiter share of pale dei Procol Harum. Ma credo sia intoccabile! E così ho fatto con gli italiani. Ho preso Fiore di maggio perché è meravigliosa, ha avuto successo ma poi è stata un po' dimenticata».

Nel 2001 ha scritto Luce (Tramonti a Nord Est) per Elisa. Ora la cantate insieme.

«A quel tempo mi aveva chiamato Caterina Caselli per chiedermi di aiutare Elisa a cantare in italiano, visto che lei non voleva. Tu sei uno che fa sembrare inglese anche i testi in italiano. Ma Elisa non voleva proprio saperne e abbiamo faticato un po' a convincerla. Poi però è stato bellissimo vederla vincere il Festival. Io ero a San Francisco con Corrado Rustici e abbiamo messo un megaschermo apposta per seguire la finale dell'Ariston».

Invece canta Con te partirò di Bocelli nonostante abbia scritto per lui Il mare calmo della sera.

«Ricordo una lunga serata, finita alle 5 del mattino, nella quale feci di tutto per convincere Bocelli a cantare Con te partirò, che all'inizio non lo convinceva. Ne ho fatto una versione intima, quasi minimalista».

Ha pure fatto una versione italiana di Let your love be known di Bono. Si intitola Canta la vita.

«È il brano che Bono scrisse e cantò durante la pandemia dopo aver visto il modo degli italiani di reagire alla sofferenza. Gli ho anche proposto di cantarne una parte con me e lui ha risposto: Ci stai provando? (ride - ndr). Poi però mi ha mandato tante versioni diverse e persino i backing vocals. Bono si è fatto i cori da solo. Voleva essere sicuro del risultato. Un gigante».

Canzone scritta appena è arrivato il Covid e tutti sognavano il vaccino. Ora però c'è chi non vuole farlo.

«C'è libertà di scelta. Ma ora finiamola con sto virus e credo che il vaccino sia l'unico modo definitivo per uscirne».

I Maneskin sono entrati nell'Olimpo del rock.

«E meno male. Scriverei anche un brano per loro. Hanno occupato uno spazio vuoto, quello del rock provocatorio, e il loro esempio sarà seguito. Loro predicano bene, al contrario di tanti rapper che razzolano male».

Questa estate ha fatto un minitour.

«Perché suonare dal vivo, come farò all'Arena di Verona dal 25 aprile, per me è indispensabile».

Cosa cambierebbe del suo repertorio?

«Beh, forse non canterei più il dududù di Donne. A 66 anni non è più il caso... In ogni caso questa estate sono andato in tour anche per aiutare il mio personale messo a dura prova dalla fine dei concerti».

A proposito, come mai la musica in Italia è così trascurata dalle istituzioni?

«La mia idea è quella di regalare al ministero della Cultura una tibia di un legionario romano, così possono andare in tv e sentirsi acculturati. In realtà però della cultura popolare non gliene frega un c....».

Zucchero, pensa di ritirarsi?

«Se mi ritirassi, non saprei davvero che cosa fare d'altro».

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