Cultura e Spettacoli

Nell'anno di Adele il pop italiano torna a volare alto

La cantante inglese convince ancora. Da Jovanotti a Gazzè tanti ottimi dischi. E nell'hip hop spunta una stella...

Nell'anno di Adele il pop italiano torna a volare alto

Paolo GiordanoUno dopo l'altro il 2015 ha incasellato dischi memorabili e, complessivamente, è stato un anno di qualità media più alta rispetto a quello precedente. Le classifiche di gradimento, si sa, sono sempre soggettive, criticabili, raramente condivisibili. Però possono essere una bussola per orientarsi tra le migliori uscite. Come questa

FLORENCE & THE MACHINE - How big, how blue, how beautiful Con una voce come quella di Florence Welch, è facile azzeccare le canzoni giuste. Qui sono così personali da non avere punti di riferimento: rock, a volte barocco, a volte pop, arrangiato benissimo anche quando sconfina nel blues o nell'elettronica più suadente. Un disco che non passa.

ALABAMA SHAKES - Sound & color Irruenza pura e ruvida nella band della corpulenta Brittany Howard che dal vivo (come al Lucca Summer Festival) trova la sua dimensione perfetta. Spiccano il soul vecchio stile come Miss you o la sinuosità erotica di Gemini in un album che rimane fedele alla tradizione pur sembrando nuovo.

MAX GAZZÈ - Maximilian La parte più popular di Gazzé ha le sembianze del suo alter ego Maximilian che lo ha aiutato a realizzare uno dei dischi più convincenti dell'anno. Nei testi è efficace e surreale anche scrivendo con il fratello Francesco o con il giovane Tommaso di Giulio. E negli arrangiamenti resta personalissimo. Piacere puro.

COURTNEY BARNETT - Sometimes I sit and think... Uno dei migliori debutti di quest'anno. Lei, australiana ventottenne, canta e suona un indie rock variegato, potente in Pedestrian at best e Debbie downer oppure quasi psichedelico in Small poppies. Se non implode prima, sarà uno dei fenomeni del 2016.

JACK SAVORETTI - Written in scars Voce nervosa, chitarra malinconica, questo italoinglese fa i conti con le nostre radici cantautorali e con il folk (canta un brano di Dylan facendolo proprio) senza sconfinare nel semplice omaggio o nella noia. Da tenere d'occhio.

ADELE - 25 Tutti ne parlano, tutti ne scrivono, tutti lo ascoltano. Questo è un grande disco per sottrazione: Adele ha voce così rotonda e colorata da poterla usare come strumento. Senza bisogno di chissà che. Nel suo complesso 25 è così potente da diventare uno dei punti di riferimento di quest'anno.

KEITH RICHARDS - Crosseyed heart Nessuno suona come lui, bene o male non importa. È riconoscibile e fa ciò che non può fare nei Rolling Stones. Si può criticare un ultrasettantenne con la chitarra. Ma se uno ha in mente il suono del vecchio rock, in queste canzoni lo trova come meglio non si può.

KENDRICK LAMAR - To pimp a butterfly Disco politico, autobiografico, oscuro, arrabbiato. Lui è senz'altro il volto dell'hip hop di nuova generazione che fa sentire più vecchio persino Kanye West.

JOVANOTTI - 2015 cc Da questo bailamme di citazioni, rimandi e stili esce una delle foto migliori dell'anno, con brani a più livelli, complessi ma immediati allo stesso tempo. Uno dei Jovanotti migliori di sempre.

DAVID GILMOUR - Rattle that lock Ascoltando questo disco c'è prima piacere e poi rimpianto pensando a cosa sarebbero oggi i Pink Floyd. Ma qui il livello non è comunque molto distante.

Da manuale.

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