Cultura e Spettacoli

Netflix acquista i diritti di Narnia e rilancia l'opera messa al bando dalla cultura atea

Su Netflix sta per arrivare la serie tv ispirata a "Le Cronache di Narnia" saga fantasy scritta da Lewis, uno degli intellettuali più celebri del '900

Netflix acquista i diritti di Narnia e rilancia l'opera messa al bando dalla cultura atea

Come è accaduto per il Signore degli Anelli, anche “Le Cronache di Narnia” scritte da Clive Staples Lewis, sono identificate come una tra le saghe fantasy più apprezzate della letteratura contemporanea. Ora il colosso di Netflix acquista i diritti e pensa di realizzare una serie tv ispirata al ciclo di storie che, dal 1951, sono state scritte da C.S. Lewis.

Sono sei i capitoli che compongono l’universo pennellato dallo scrittore irlandese, uno di questi funge anche da prequel, in quando è ambientato molti anni prima de “Il Leone, la strega e l’armadio” , e ha la sagacità di raccontare la genesi del mondo magico di Narnia. Popolato da creature fuori dal comune, come elfi e leoni parlanti, la fantasia dello scrittore è stata capace di idealizzare un mondo utopistico nel vero senso del termine in cui, esseri umani e creature fantastiche, coesistono pacificamente. Una sorta di non-luogo, un universo dove ogni cosa è possibile, una sorta di paradiso terrestre dominato da magia, miti e leggende. La saga di Narnia è stata già adattata per il grande schermo, il primo film risale al 2005 e l’ultimo al 2010, ma non ha ottenuto il successo sperato. E in una realtà in cui il cinema trae ispirazione dalla tv ( e viceversa), l’idea di realizzare una serie ispirata ai racconti di Lewis, da parte di Netflix, è molto apprezzata.

Lewis, insieme a J.R.R. Tolkien, è uno degli intellettuali più celebri del Novecento. Oltre ad essere uno scrittore estremamente famoso, è stato anche docente di lingue e letterature al college di Oxford. Stimato dai colleghi, durante la sua carriera, è stato anche aspramente criticato per la visione che aveva del cristianesimo, espressa più volte in libri e saggi da lui pubblicati. Convertito alla religione cristiana, tutti i racconti di Lewis, sono costellati di riferimenti religiosi tanto che in molti lo hanno definito un cristiano fin troppo convinto. Le critiche però non hanno certo messo a tacere la sua fantasia. Dopo il “Leone, la strega e l’armadio” sono seguiti “Il Principe Caspian”, “Il viaggio del veliero”, “La sedia d’argento”, “Il cavallo e il ragazzo” e “Il nipote del mago".

L'acquisto dei diritti da parte di Netflix sorprende se si pensa l'ostilità che la cultura ha sempre manifestato nei confronti di Lewis e le sue opere.

La sua colpa? Un cristiano troppo convinto e troppo apologetico.


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