Cultura e Spettacoli

"No al traferimento". Kiev ora punta i piedi sull'Eurovision 2023

Con una nota ufficiale il ministro della Cultura ucraino ha preso le distanze dalla decisione dell'Ebu di non organizzare in Ucraina la prossima edizione dell'Eurovision e chiede nuove trattative

"No al traferimento". Kiev ora punta i piedi sull'Eurovision 2023

È un vero e proprio braccio di ferro quello in atto tra l'European Broadcasting Union, ente organizzatore dell'Eurovision Song Contest, e il governo di Kiev. La decisione dell'Ebu di non svolgere in Ucraina la prossima edizione dell'evento musicale non è stata accolta favorevolmente dall'amministrazione ucraina. Kiev punta i piedi e svela di essersi trovata di fronte al fatto compiuto senza avere avuto la possibilità di proporre soluzioni alternative prima di cedere il passo al Regno Unito, seconda classificata.

"L'Ucraina non è d'accordo con la natura della decisione. Siamo fermamente convinti di avere tutte le ragioni per condurre ulteriori trattative, per trovare una soluzione comune che soddisfi tutte le parti", si legge nella nota ufficiale diramata dal governo ucraino e firmata dal ministro della Cultura, Oleksandr Tkachenko, dal frontman della Kalush Orchestra, Oleh Psiuk e dai vincitori ucraini dell'edizione 2004 e 2016. Di fatto l'amministrazione di Kiev ha smentito le dichiarazioni dell'Ebu - che parlavano di condizioni di sicurezza non garantite - sostenendo invece di avere "soddisfatto in tempo tutte le condizioni per il processo di approvazione del suo svolgimento in Ucraina. Abbiamo fornito risposte e garanzie sugli standard di sicurezza e sui possibili luoghi in cui tenere la competizione". Il ministro Tkachenko lo ha ribadito anche sui social network, precisando in un post Facebook: "Ci sono motivi per condurre ulteriori discussioni sulla ricerca di una soluzione che soddisfi tutti. Crediamo di poter rispettare tutti gli impegni".

Kiev è dunque pronta a chiedere l'annullamento della decisione presa dall'European Broadcasting Union di passare agli inglesi - classificatisi secondi nella finale di Torino del 14 maggio scorso - l'organizzazione dell'evento previsto per maggio 2023. Il governo di Zelensky punta tutto sul valore simbolico che avrebbe l'Eurovision in Ucraina, ma che potrebbe però non bastare se si pensa alla sicurezza: "L'organizzazione di Eurovision 2023 in Ucraina è un segnale potente per il mondo intero che ora sostiene l'Ucraina". La decisione dell'Ebu non è piaciuta neppure all'emittente televisiva pubblica ucrania Ua.Pbc, che ha condotto le trattative con l'ente promotore dell'Esc. Lo testimonia la firma apposta da Mykola Chernotytskyi, numero uno dell'emittente, alla nota ufficiale di Kiev.

A questo punto non è chiaro cosa farà l'Ebu, ma è possibile che i negoziati vengano riprese nei prossimi giorni.

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