Sanremo 2019

Lo show della Vanoni. La parolaccia in diretta. Poi: "Sono qui "aggratis"

Sono bastati dieci minuti di Ornella Vanoni sul palco dell’Ariston per mandare in tilt i social. Lo sketch più bello di tutto il Festival è quello improvvisato con la Raffaele

Lo show della Vanoni. La parolaccia in diretta. Poi: "Sono qui "aggratis"

Fintamente stordita, divertente, e senza freni, Ornella Vanoni ha praticamente ribaltato ogni regola del Festival fregandosene e dicendo tutto quello che le passava per le testa.

Vederla insieme a Virginia Raffaelle è l’apoteosi, non si capisce chi delle due imiti l’altra. Ornella elegante, ma con lo stesso vestito dello scorso anno solo di un colore diverso, arriva sul palco pensando di cantare in gara, è la Raffaele che gli ricorda che è un ospite e questa gara a far finta di essere rimbambita continua tra le risate e gli applausi del pubblico.

“Tu mi hai rovinato la vita - dice arrabbiata alla Raffaele, mi hai fatto passare per una pazza, una rimbambita, e se tu mi hai fatto come rimbambita il pubblico pensa che lo sono, sono passata anche per una maniaca sessuale. E poi peggio che andare di notte quando sei andata da Conti, e hai fatto una pessima performance, lui ti ha salutato dicendo Ciao Ornella. Por…. Putt…. Bast..”

La Raffaele la blocca sulla parolacce uscite senza controllo e per tutta risposta Ornella intona: “Non sono una signora…”, imitando Loredana Bertè.

“Sembri un cerino” - le dice la Raffaele - “Semmai una Dalia” e girovagando per il palco cominciano le note di “La gente e me” che si conclude con un racconto di Ornella che ricorda come la canzone fu censurata perché: “Allora la democrazia Cristiana controllava tutto”.

Insieme poi presentano Patty Pravo e Briga e Ornella corre incontro alla sua amica Patty fregandosene che è in gara e commentando “Ad una certa età si fa quello che si vuole” e rimanendo fedele a questo credo, prima di congedarsi ricorda “Volevo dire alla RAI che sono venuta “aggratis” una volta si gioca ma poi…” e così tra il serio e il faceto si conclude il siparietto più divertente di questo Festival che neanche se fosse stato scritto sarebbe venuto così bene.

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