Cultura e Spettacoli

Poco amore e tanti disagi, Sanremo fotografa il pop

Irama parla di violenze familiari, Silvestri emoziona. Nek dà la carica "elettrica"

Poco amore e tanti disagi, Sanremo fotografa il pop

E poi si tirano le prime conclusioni. Saletta al quinto piano della Rai in corso Sempione. Ascolto dei 24 brani in gara al Festival. Claudio Baglioni annuncia scrupolosamente titolo, autori e interprete. Poi dichiara di essere il «ricevitore» delle emozioni suscitate dalle canzoni e certifica un Sanremo «con testi nei quali vincono più i dubbi che le certezze. C'è disagio anche nei brani più leggeri e, nel complesso, si sentono criticità generazionali, assenza di grandi padri e bisogno di maestri. Il nuovo ad Rai, Salini, mi ha chiesto un Festival di qualità e credo che lo stiamo preparando».

In generale, la macchina sonora è ramificata e abbastanza rappresentativa della scena musicale italiana, per quanto Sanremo non sia più l'unico filtro delle canzoni. Di sicuro, l'impatto dei singoli artisti con i sessanta elementi dell'Orchestra sarà decisivo, specialmente nei brani di Ultimo, Enrico Nigiotti e Arisa. In sostanza, spiega il «dirottatore artistico», «ci sono alcuni testi senza ritornelli e spero che sia una tendenza destinata a rimanere in futuro. Vorrei un Festival locomotiva e non vagone». In gara ci sono canzoni che affrontano temi importanti (come quella di Irama sull'incesto) o sociali, come quella di Motta, Dov'è l'Italia, che è nata, come conferma Baglioni, «a Lampedusa o a Linosa», e quindi scintilla da considerazioni sull'immigrazione. «Ma questo è un tema che c'era già l'anno scorso, ad esempio nel testo di Mirkoeilcane». E poi ci sono le immagini forti di Argentovivo di Daniele Silvestri («Ho 16 anni ma già da più di dieci vivo in carcere») che rappresentano il disagio adolescenziale di chi si sente costretto sui binari della scuola e delle abitudini famigliari. E se Ghemon in Rose viola entra nell'universo femminile provando a capirne e valorizzarne le fragilità, la coppia Federica Carta e Shade (reduci dal triplo disco di platino con Irraggiungibile) canta lo struggimento di un amore non corrisposto ma senza toni lamentosi o retorici.

Nel complesso, sembra un cast che avrà più rotazione in radio rispetto a quello dello scorso anno, anche grazie a Boomdabash, Nek, il brillante Mahmood con Soldi e Loredana Bertè con un brano scritto da Gaetano Curreri che ha una attitudine rock vicina al mondo di Vasco Rossi. Bravi anche i Negrita, che hanno ormai una rotondità compositiva subito riconoscibile anche se le chitarre stavolta restano più defilate. Infine si è parlato anche del caso Caramelle, la canzone di Pierdavide Carone e Dear Jack che, pur essendo stata presentata, non rientra tra le 24 in gara. Baglioni ha espresso apprezzamento per Carone senza aggiungere molto altro, lasciando intendere che «se ci fosse stato un ex aequo...». Punto.

Infine, oltre ai nomi dei conduttori del «Primafestival» (ossia Simone Montedoro di Don Matteo e Anna Ferzetti, moglie di Pierfrancesco Favino) sono stati rivelati in parte gli ospiti dei cantanti nella serata del venerdì, tra i quali colpiscono Cristicchi con Ermal Meta, Renga con Bungaro ed Eleonora Abbagnato, Daniele Silvestri con Manuel Agnelli e Mahmood con Guè Pequeno, autentica sorpresa.

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