Cultura e Spettacoli

Il primo singolo dei Beatles compie 50 anni

5 ottobre 1962. Nei negozi inglesi arriva un 45 giri che inizierà la più esaltante, meritata e romanzesca cavalcata di un gruppo pop: sulla facciata A c'è il brano Love me do. Sulla B Ps I love you

Il primo singolo dei Beatles compie 50 anni

Mattino del 5 ottobre 1962. Nei negozi inglesi arriva un 45 giri che inizierà la più esaltante, meritata e romanzesca cavalcata di un gruppo pop: sulla facciata A c'è il brano Love me do. Sulla B Ps I love you. A cantare sono i Beatles. Oggi, dopo oltre un miliardo di copie vendute dei loro dischi, dopo che tutti li hanno sentiti nominare almeno una volta, dopo che insomma è impossibile negare quanta importanza abbiano avuto questi quattro (allora) sbarbatelli, il loro influsso si coglie su quasi tutto il pop che tuttora sgocciola in radio o sul web.

Ma in quella mattina, peraltro a Londra piuttosto nebbiosa, pochi ci avrebbero scommesso. I Beatles erano un'incognita. I più cinici tra i critici musicali facevano spallucce (e di fronte alle novità la categoria pare non sia ancora cambiata). I ragazzini erano in fermento. Ma non capivano, e neppure avrebbero potuto farlo, quale fosse la natura di quel fermento perché era la prima volta che attraversava l'aria. I Beatles erano bellocci. E vestiti a modo. Avevano un vago spessore strumentale e qualche impuntura stilistica che poi è diventata enorme e riconoscibile.

Soprattutto avevano tante idee e una squadra vincente alle spalle. Erano, se ci così si può dire, la cosa giusta al momento giusto e godevano di un privilegio che nessuno dopo ha mai più avuto: erano i primi. Per forza incoscienti. Inesperti. Puri. «Love, love me do/ You know I love you». Il 6 ottobre - sempre tanta nebbia nella Londra non ancora swingin' - la musica leggera popolare era già entrata in una nuova epoca che forse soltanto l'arrivo del web ha modificato nei lineamenti consegnandola al passato. I Beatles sono diventati un monumento del Novecento e in meno di otto anni non hanno cambiato il mondo, come fa comodo dire. Ne hanno più semplicemente, e ancor più prodigiosamente, creato uno nuovo. Senza volerlo, forse. E sicuramente senza immaginarne i contorni sociali, politici e persino didattici.

Perciò oggi (alla vigilia della pubblicazione il 13 novembre di tutti i loro album rimasterizzati in in vinile) è retorico parlare di Beatles per esaltarne qualche caratteristica sconosciuta perché una traccia di loro è in ciascuno di noi, uno dei pochi fenomeni del secolo breve destinati a non avere fine.

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