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Sono trentacinque anni ma sembra ieri. Mercoledì 1 febbraio Radio Deejay festeggia il proprio compleanno con un mega party al Palalpitour di Torino, in una delle arene che negli ultimi anni hanno ospitato i più attesi concerti pop. Radio Deejay arriva a questa ricorrenza in crescita, e non era proprio così prevedibile. Un network privato che ha consolidato il proprio bacino d'ascolto spesso tende a fossilizzarsi. A essere ripetitivo e prevedibile. A soddisfare soltanto la propria (cosiddetta) «fan base» senza cercare nuovi stimoli, sia musicali che di contenuto. In realtà Deejay ha appena celebrato i due milioni di like su Facebook che, nella nuova contabilità del successo, equivale a un bilancio in clamoroso attivo. Dopotutto è uno dei pochi network che sia riuscito a crescere con il proprio pubblico e quindi a fidelizzarlo. Ci sono ascoltatori, tanti, che ascoltano soltanto Radio Deejay h24, ossia tutto il giorno, tutti i giorni. Perché? Perché Linus e i suoi collaboratori sono riusciti a costruire un «brand» che, al di là delle migrazioni societarie, è diventato riconoscibile. D'altronde il suo programma mattutino con Nicola Savino è un appuntamento fisso per ogni fascia di età e per ogni categoria sociale. E quello di Fabio Volo, con tutti i suoi drammatici limiti autoreferenziali, rappresenta comunque un unicum in Italia. Perciò i biglietti per la festa dell'1 febbraio a Torino vanno a ruba: i volti e i nomi di Deejay (che saranno tutti sul palco) sono diventati i migliori amici per milioni di ascoltatori.

Una rarità.

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