Cultura e Spettacoli

Radiogiornale

Non che Max Brigante sia una novità nel panorama radio italiano. Però negli ultimi tempi il suo Mi casa su 105 (dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 20) sembra avere una marcia in più nonostante l'ossatura del programma sia rimasta pressoché invariata. Dopotutto le qualità di questo milanese 41enne che tanti identificano solo come «deejay hip hop» (mi sembra limitativo) sono confermate dagli ascolti dei suoi programmi e dalla qualità colloquiale che salta fuori con gli ospiti che arrivano nella sua «Casa». Ad esempio negli ultimi giorni le chiacchierate con Nesli (che ha presentato pure il brano inedito Maldito) e Giovanni Allevi sono state brillanti e agili. Il clima è quello curioso e rilassato che non si allinea a quella frenesia ansiogena che spesso caratterizza i grandi network (spot, canzoni, jingle, poco parlato ecc) e talvolta penalizza gli approfondimenti. Invece Mi casa diventa colloquiale senza mai scadere nell'apologia compiaciuta o nella prevedibile ritualità, diventando un bel modo di trascorrere un paio delle ore radiofonicamente più pregiate della giornata, quelle del «drive time di ritorno» degli ascoltatori che tornano a casa dal lavoro. In più, c'è il filo diretto con chi vuole interagire con il programma e manda messaggi ai quali Max Brigante risponde a modo proprio (giovedì ad esempio ha scherzato da competente sui metallari che ascoltavano gli Slayer). In sostanza, non è facile creare «un ambiente personale» dentro un palinsesto destinato a milioni di ascoltatori. Lui ci riesce e lo fa con un guizzo personale.

Una rarità, oggidì.

Commenti