Cultura e Spettacoli

La rivelazione dell'esperto: "I quiz di Scotti e Bonolis sono truccati: ecco come"

Davide Tortorella, figlio del Mago Zurlì, i quiz li conosce molto bene: è uno degli autori storici dei giochi televisivi italiani. E si lascia andare a dichiarazioni di fuoco

La rivelazione dell'esperto: "I quiz di Scotti e Bonolis sono truccati: ecco come"

Davide Tortorella, figlio del Mago Zurlì, i quiz li conosce molto bene: è uno degli autori storici dei giochi televisivi italiani. E si lascia andare a dichiarazioni di fuoco.

“Igiochi a grande vincita sono come la droga, più passa il tempo e più bisogna rincarare la dose. Lascia o raddoppia ai tempi fu un fenomeno nazionale, ma quando venne riproposto 20 anni dopo passò nell’indifferenza – spiega al Giorno -. Fazio ha avuto successo perché non ha rifatto il Rischiatutto tale e quale, ma ha fatto una trasmissione sul Rischiatutto. Un’operazione nostalgia simile a quella di Anima mia”.

Ma le dichiarazioni più bollenti sono per i "giochi truccati". “Se hai un concorrente simpatico, che piace al pubblico, il modo più semplice per farlo vincere è contrapporgli degli avversari poco preparati. Al contrario, se vuoi farne cadere uno che è antipatico, gli metti contro qualcuno di bravo – rivela l’autore -. Un altro modo per aiutare qualcuno, e questo è meno corretto, è sottoporlo a un provino molto intenso, di un’ora o anche un’ora e mezza. In questo modo scopri su quali materie è preparato e su quali è più debole. Al momento opportuno, se vuoi aiutarlo, gli rivolgi delle domande alle quali è più probabile che sappia rispondere”.

Sui conduttori dei Quiz non ha dubbi, il migiore era Mike Buongiorno: “Come nessun altro aveva la capacità di seguire il gioco, sapeva quando sottolineare la tensione, quando drammatizzare – spiega Tortorella - In Italia invece si tende sempre a buttarla sul ridere, ma così si ammazza il quiz. E poi Mike sapeva scegliere i concorrenti, li seguiva, costruiva i personaggi”. Ma potrebbe esserci qualcuno in grado di scalzarlo dal trono: Gerry Scotti. “Ha la stessa rarissima dote di aderire alla tensione del gioco. Sembra facile, ma ci vogliono le qualità di un rabdomante.

Mentre Bonolis è l’unico che in modo geniale riesce a sdrammatizzare senza rovinare il gioco”.

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