Cultura e Spettacoli

Rivoluzione a La7 Stop alla Parodi e spazio alla politica

Bye bye Parodi. Anzi per ora stop. Dopo quattro mesi di ipossia, il talk show pomeridiano della più elegante tra le dame del pomeriggio non arriva, come si dice, al panettone. Fine prematura del Cristina Parodi Live. La decisione era nell'aria e gli addetti ai lavori la sussurravano da tempo. A formalizzarla ha pensato ieri l'amministratore delegato Marco Ghigliani, appena arrivato al posto di Giovanni Stella: «Abbiamo avviato un piano di razionalizzazione del nostro palinsesto che punterà sull'informazione e l'approfondimento in prima time con il grande valore della nostra squadra». Legenda: non siamo riusciti a conquistarci una fascia di telespettatori pomeridiani, il nostro pubblico vuole la politica e, visto che arrivano le elezioni, ci stiamo attrezzando... Tanto più che, come tutti i poli televisivi, e sicuramente più di altri, anche La7 deve fare i conti con un deficit a sei zeri.
Insomma, come da nota diffusa ieri a metà pomeriggio, «maggiori efficienze dalla rimodulazione del day time con significativa riduzione dei costi». Perciò, dopo il taglio annunciato di Ti ci porto io e L'erba del vicino, la chiusura di G'Day della Cucciari e della extended version de L'infedele di Gad Lerner e lo spostamento dell'altra Parodi (Benedetta) in fascia pre tg, ora tocca a quello che era stato considerato il progetto più importante della stagione: il contenitore pomeridiano garbato e sciccoso (e costoso), pensato apposta per ingolosire chi fuggiva da Rai e Mediaset. Non è andata così. Pur nutrito da un bel numero di autori coordinati dal capoprogetto Chicco Sfondrini, lo show ha sempre oscillato intorno ad ascolti assai bassi, roba da zerovirgola come dice Dagospia e comunque spesso inferiori alla media di rete.
Ieri Cristina Parodi ha riassunto così su Facebook (e poi anche su Twitter): «È stata un'esperienza meravigliosa. Purtroppo la fascia pomeridiana di questa rete è molto difficile da conquistare e probabilmente il programma avrebbe avuto bisogno di più tempo per poter crescere e maturare ascolti. Resto serenamente a La7 e non rimpiango nulla della scelta che ho fatto». Conciso e concettoso. Negli ultimi giorni erano circolate voci di un approdo della Parodi al Tg di Mentana. Ma è molto più probabile che a lei spetti una prima serata - pare il mercoledì - appena si concluderà la nuova ondata di Invasioni Barbariche della Bignardi. Diciamo che deve prima andare il scena il kolossal elettorale, del quale peraltro al momento non si conoscono neanche i confini cronologici. E, per chi deve mettere in piedi un palinsesto obiettivamente incentrato sulla politica, non è un problema da poco. In ogni caso la rete si è attrezzata con una panzerdivision che dalla prima settimana di gennaio occuperà il prime time.
Nel dettaglio.
Formigli e la sua Piazza Pulita traslocano al posto di Lerner al lunedì. Santoro (dopo giusto due settimane di pausa natalizia) non si perderà un giovedì sera. Inossidabile e inamovibile la Gruber con Otto e mezzo. Porro e Telese di nuovo In onda dal 5. Crozza bombastico al venerdì, giusto prima di un Lerner rinnovato che dalle 22.30 circa non si spingerà oltre la mezzanotte (alla faccia delle oltre tre ore finora riservate, o imposte, ai suoi infedeli). Speciali preelettorali di Enrico Mentana a piacere. E poi largo alle sinergie con Sky e (in esclusiva) con Google, che sono state annunciate ieri nel dettaglio. Nel complesso una scelta agile, come nello stile di La7. E in linea con le richieste di un parterre di telespettatori da anni abituato all'approfondimento politico (non sempre bipartizan) e all'ironia mai greve. Le prospettive, sulla carta, garantiscono ottimismo fino a tarda primavera.

Il problema sarà dopo, semmai.

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