Cultura e Spettacoli

Scemi e più scemi ossessionati dal Duce. Il '900 non passa mai

Uno striscione fascista esposto sul Raccordo anulare innesca una reazione social da 1945...

Scemi e più scemi ossessionati dal Duce. Il '900 non passa mai

Mussolini qui, Mussolini là, sembra che il Novecento non sia ancora finito. Ogni giorno, dicesi ogni giorno, il suo nome viene evocato per qualsiasi ragione, sia apologetica (per carità) che comparativa (al momento Salvini è il più comparato, seguono Putin e Trump). E figurarsi nelle occasioni celebrative come date di nascita, morte e cose del genere. Nella notte tra domenica e lunedì i neofascisti di Azione Frontale hanno «celebrato» il 136esimo compleanno di Benito Mussolini appendendo uno striscione sul Raccordo Anulare di Roma che recitava: «La storia ti ha dato ragione, buon compleanno Duce». Un'iniziativa di pochi per pochi che avrebbe dovuto essere rilevata da pochissimi. Invece sui social network, Twitter in testa, ha scatenato l'iradiddio. Idem il 25 aprile, quando lo stesso gruppo aveva messo sullo stesso Raccordo Anulare lo striscione «25 aprile, il nostro onore, la vostra eterna sconfitta». Così come la temporanea apertura al pubblico della cripta di Predappio, ha alzato una ondata polemica.

Il passato che non passa. Mussolini è morto nel 1945 e la nostra Costituzione è ispirata alla più profonda (e talvolta criticata) frammentazione dei poteri proprio per impedire che si ripeta una così pericolosa e dolorosa fase di accentramento del potere. Eppure.

Il secolo è cambiato. Sono cambiati anche quasi tutti i paradigmi della comunicazione, le ideologie sono per fortuna tramontate e gli equilibri di qualsiasi nazione non possono più neanche ispirarsi al passato se non per condannarsi all'estinzione. Insomma, è una storia diversa e, appunto, di Mussolini si dovrebbe occupare soltanto la storia, indagando sempre meglio il perché siano nati e perché si sia arrivati ad abominii come le leggi razziali o le criminali limitazioni di libertà personale. È freschissima l'annotazione di chi si è indignato perché la biografia di Mussolini è ancora presente sul sito del Ministero dell'Interno. Giusto. Ed è anche più lunga di quasi tutte. Un argomento che è servito a dare la colpa al «comparato» Salvini, che è l'attuale ministro dell'Interno. Però sul sito del ministero dell'Interno la biografia di Mussolini è presente almeno dal 2005, quando Salvini era deputato al Parlamento europeo e non passava neppure dal Viminale. Insomma, ogni pretesto è buono per togliere un personaggio dagli archivi e rimetterlo al centro del dibattito. Forse in nessun paese del mondo, specialmente in nessun paese occidentale, c'è un ricorso così continuo a una fase precedente, seppure sanguinosa e indesiderabile. Invece si continua a tenere in vita un simulacro che non si adatta neanche più alla realtà ma serve soltanto ad agitare polemiche e a creare termini di paragone che ormai non sono più illuminanti. Persino il premio Strega è stato vinto da M di Scurati, che ce l'ha fatta al terzo tentativo soprattutto (dicono gli esperti) perché c'era «quel» totem così divisivo. Perciò anche scrivere questo articolo potrebbe diventare un pretesto per fare polemica quindi sia chiaro: chi scrive è figlio di un partigiano che lasciò i partigiani perché al posto di un duce nero ne volevano uno rosso.

E, nel caso, rifarebbe la stessa scelta.

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