Cultura e Spettacoli

Se gli intellettuali rompono il muro politically correct

Alessandro Gnocchi

I n Francia gli scrittori finiscono sulle copertine dei settimanali e ci finiscono con idee urticanti per il benpensante di sinistra.

Su Le Point, settimanale orientato a destra con aperture alla sensibilità liberal, troviamo Michel Onfray e un'ampia anticipazione del suo Décadence, una vasta (oltre 600 pagine) esplorazione storico e filosofica dell'idea di decadenza applicata alla impossibile condizione attuale dell'Europa. Su Valeurs Actuelles, settimanale conservatore e liberale, campeggia il libro di Laurent Dandrieu, Église et immigration: le grande malaisie. Tesi: la Chiesa, Papa Bergoglio in particolare, ha forti responsabilità nella creazione della ideologia immigrazionista che conduce alla... décadence del Vecchio continente. Su questo punto, i due libri, con sfumature diverse, concordano: l'Occidente, incapace di amarsi, è arrivato al capolinea. Lo scontro di civiltà con l'islam gli darà il colpo di grazia?

Onfray, filosofo un po' grafomane, ateo militante, dice da sinistra cosa di destra: il nichilismo (e l'egocentrismo cui si accompagna) impedisce di pensare in termini di comunità. L'identità europea, come ha scritto Alain Finkielkraut prima e meglio di Onfray, è infelice, colma di risentimento, invidia e disprezzo per se stessa. La nascita dei movimenti cattolici e i successi in termini di consenso della destra identitaria sono il colpo di coda di un animale ferito a morte. Risultato: fine della civiltà giudaico-cristiana, pronta a essere rimpiazzata dal fervore dell'islam. Con la collaborazione delle élites intellettuali, che hanno abdicato al proprio dovere. Quando è accaduto? Onfray indica anche la data simbolica: 14 febbraio 1989, fatwa di Khomeini contro Salman Rushdie.

Dandrieu, cattolico convinto, sostiene invece che le posizioni della Chiesa sull'immigrazione, riassunte dai gesti simbolici del Papa, sono innanzi tutto politiche, e come tali meritano di essere discusse. La Chiesa può intervenire, come ha sempre fatto, sulle questioni politiche ma i fedeli possono lecitamente esercitare il senso critico. Il diritto a migrare non è una imperiosa necessità ed esiste anche il diritto delle nazioni a regolamentare gli ingressi. Nei discorsi recenti, invece, il diritto delle nazioni perde peso di fronte al diritto di migrare, che finisce con l'annunciare un'umanità rinnovata. Le posizioni ufficiali della Chiesa sembrano inseguire quelle della stampa politicamente corretta.

Continua dunque il dibattito sui temi chiave della nostra epoca.

Continua ovunque ma non nelle case editrici italiane, asserragliate in un conformismo rassicurante e cieco.

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