Cultura e Spettacoli

La seconda carriera di Benito Mussolini

Vinto dalla Storia, rinasce come protagonista del romanzo pop di Scurati. E non solo...

La seconda carriera di Benito Mussolini

Sconfitto dalla Storia, Benito Mussolini si prende la sua rivincita postuma, diventando non solo oggetto di studio per gli storici ma addirittura un'icona pop. Per la sinistra, antifascista ma non anticomunista, dunque non democratica, è un segnale d'allarme: le orde in camicia nera sarebbero ormai prossime a prendere il potere. Per tutti gli altri è la prova che il regime non tornerà mai più. Rimane nella memoria degli italiani senza far parte del loro futuro. In questi giorni scala le classifiche M. Il figlio del secolo (Bompiani) di Antonio Scurati. È la biografia romanzata del Duce, del fascismo e infine dell'Italia. Punto di forza sarebbe la documentazione a tappeto: nulla è inventato. M. Il figlio del secolo è stato accolto male (documentazione stranota), benino (documentazione stranota ma prosa avvincente) e bene (a chi importa della documentazione? È un grande romanzo popolare). Comunque sia, l'antifascista Scurati involontariamente innalza un monumento, bello o brutto, a Mussolini. Da segnalare la mole del libro: quanti romanzi di 848 pagine al costo di 24 euro sono andati in cima alla top ten? Significa che l'interesse del pubblico è notevole. E il caso di M. Il figlio del secolo non è isolato. Una fra le mostre d'arte più importanti e innovative degli ultimi anni è stata la spettacolare Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943 alla Fondazione Prada, capace di far rivedere a molti il giudizio sbrigativo con il quale liquidavano la cultura del Ventennio. La mostra del momento, Il Regime dell'arte, ha invece appena aperto a Cremona. Per la prima volta sono esposte le opere del «Premio Cremona», voluto da Roberto Farinacci. Propaganda di alto livello artistico.

Mussolini fu travolto dalla alleanza con la Germania, foriera di spregevoli leggi razziali e di una guerra disastrosa. A decenni di distanza dallo scempio di Piazzale Loreto, Mussolini ha inaugurato la sua seconda carriera. Non solo come soggetto pop ma anche come soggetto politico. Merito, si fa per dire, degli antifascisti, che usano a sproposito il termine «fascista» per delegittimare gli avversari. Merito anche della politica, così impreparata al confronto storico da scegliere la via delle leggi ad hoc. Benito Mussolini segue il destino di Adolf Hitler anche da morto. Si applica anche al Duce il fenomeno noto agli studiosi come reductio ad Hitlerum, riduzione a Hitler, espressione coniata dal grande filosofo (ebreo) Leo Strauss negli anni 1951-1953. La reductio ad Hitlerum è un artificio retorico che consiste nel paragonare il nemico politico al dittatore nazista. È una clava da utilizzare per zittire senza entrare nel merito delle questioni. A cosa serve argomentare davanti al Male? Basta condannare i fascisti anche se sono del tutto immaginari.

È la reductio ad Benitum.

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