Cultura e Spettacoli

Tallulah Willis, la figlia di Bruce e Demi Moore: “Ho pensato spesso al suicidio”

La figlia minore dell’ex coppia di attori posta un video sui social e rivela: “Quando l’ho girato ero da tre mesi nel buco suicida più profondo in cui sia mai stata”

Tallulah Willis, la figlia di Bruce e Demi Moore: “Ho pensato spesso al suicidio”

Tallulah Willis, la figlia di Bruce e Demi Moore, ha 25 anni e ha deciso di approfittare della Giornata mondiale della salute mentale per lanciare un messaggio importante: non bisogna aver paura di parlare di depressione.

Come la sorella Rumer, Tallulah ha avuto un passato difficile: è arrivata a pesare poco più di 40 chili per la dismorfofobia (un disturbo che porta a vedersi deformi anche se non lo si è) e a pensare spesso al suicidio.

In un video postato sui social, la Willis racconta la propria esperienza. “Quando ho girato questo video – scrive Tallulah – ricordo che tutti mi dicevano in continuazione quanto desideravano avere la mia energia, la mia libertà, il controllo di sé. Quando ho girato questo video ero da tre mesi nel buco suicida più profondo in cui sia mai stata”.

Tallulah Willis: “Spesso non siamo quello che mostriamo”

Non siamo quello che mostriamo – continua la Willis –. Non sono ancora pronta a condividere la mia storia, ma sono con te, ti vedo, sono te e ti voglio bene. Il dolore è dolore. È diverso ed entra in ognuna delle nostre vite attraverso una miriade di modi, ma ogni pugnalata elettrica o dolore sordo è reale. Il tipo di dolore che non si vede, il dolore che vive in quello spazio sacro dietro la tua gola”.

Ho paura del mio cervello – prosegue Tallulah – e della capacità di sopportare il dolore che ha e continuerà a sopportare. La mia lotta è quotidiana e ogni giorno, per tutta la durata della mia vita, preferisco trovare i momenti illuminanti, una risata rubata, o una vera pausa di pace, perché saprò di essere stata coraggiosa quel giorno”.

Mi piace migliorare con le parole – conclude la figlia di Bruce Willis e Demi Moore – come un’armatura e un modo per aiutare il mio cervello a comprendere i miei sentimenti e il mio ego che brontola e mi dice che questa è un’ode di merda a qualcosa che vive così vicino al mio cuore, ma il mio ego può andarsene a fare in... Ho un grande mucchio di acronimi che spiegano la mia diagnosi, e lentamente non mi fanno più paura.

Cerca, cerca, CERCA di essere dolce con te stessa, di trovare ogni piccolo briciolo d’amore e assorbirlo”.

Visualizza questo post su Instagram

When I filmed this video I remember everyone telling me over and over how much they wished they had my energy, my freeness, a ownership of self. When this video was filmed I was 3 months into the deepest suicidal hole I had ever been in. We are not what we show. I’m not ready to share my story yet, but I’m with you, I see you, I am you, and I love you. Pain is pain. it’s different and enters each of our lives through a myriad of ways, but each electric stab or dull ache is real. The kind of pain that you can’t see, the pain that lives in the hallow space behind your throat. Im scared of my brain and the capacity for pain it has and will continue to bear. My fight is daily and for the duration of my life and each day I choose to find the glowed moments, a thefted giggle, or true peaceful pause, I know I was brave that day. I like to be better with words, as an armor and a way to help my brain comprehend my feelings and my ego is grumbling that this is a shit ode to something that lives so close to my heart, but my ego can eat a bag of dicks. I have a great ole bunch of acronyms that explain my diagnosis, and slowly they are no longer scary to me. Try try TRY to be sweet to yourself, find every little bean of love you can and absorb it. #worldsmentalhealthday

Un post condiviso da tallulah (@buuski) in data:

Commenti