Cultura e Spettacoli

A Vienna che gran festa per Riccardo Muti

Confesso che quando la Filarmonica di Vienna è rimasta seduta mentre il maestro Riccardo Muti faceva segno di alzarsi, per condividere gli applausi del pubblico, da italiano, mi sono sentito orgoglioso. Un simile segno di stima non può passare inosservato, anche se non è certo il primo omaggio ufficiale che Vienna riserva a Muti - non trascurando il fatto che con questo Concerto di Capodanno il maestro napoletano era alla sua quinta apparizione nel più famoso «evento» sinfonico dell'anno. Tocca ripetersi: la trasmissione in mondovisione della televisione austriaca ORF è un modello ineguagliabile nel quale musica sublime di una famiglia unica offre una vetrina alla storia della capitale asburgica: walzer e polche illustravano quest'anno gli augusti saloni della Biblioteca nazionale e le deliziose ceramiche Alt-Wien della Manifattura imperiale. Nell'Intervallo il documentario per il centenario della morte del genio architettonico di Otto Wagner, che ha costellato di capolavori l'Età di Mahler (la Chiesa di San Lepoldo, la banca postale imperial-regia, la stazione sulla Karlplaz). Scelta dei brani mai scontata e gradito richiamo agli omaggi degli Strauss a Rossini (Galop del Gugliemo Tell) e a Verdi (Quadriglia su temi da Un ballo in maschera). Più di una volta, soprattutto nel Marien-walzer di Johann Strauss padre, il pensiero correva alla vicinanza dei viennesi al contemporaneo Verdi: non solo per la comune predilezione per il ritmo in tre quarti, ma per l'identica difficoltà esecutiva.

Cose che Muti conosce da sempre e difende dallo scranno più alto.

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