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Virus letale, la vera storia dell'epidemia di ebola che ha sconvolto il mondo

Pur essendo un'opera di finzione, Virus letale è un film che riesce a raccontare l'epidemia di ebola avvenuta a fine anni Ottanta negli Stati Uniti

Virus letale, la vera storia dell'epidemia di ebola che ha sconvolto il mondo

Virus letale è il film del 1995 che va in onda questa sera in seconda serata alle 23.54 su Italia 1. Il film, diretto da Wolfgang Petersen, è liberamente ispirato agli eventi realmente accaduti a pochi chilometri da Washington e raccontati nel libro The hot zone, scritto da Richard Preston.

Virus letale, la trama

Sam Daniels (Dustin Hoffman) è un ricercatore che viene mandato in un piccolo e semi-sconosciuto villaggio africano insieme al collega Casey Schuler (Kevin Spacey) e al Maggiore Salt (Cuba Gooding Jr.). Lo scopo del viaggio dei tre ricercatori è quello di far luce su un virus, simile a quello dell'Ebola, che ha portato devastazione e morte nel villaggio, pur non trasmettendosi per via aerea, come invece era stato ipotizzato sulla base di altri virus simili. Le informazioni raccolte da Sam lo spingono a chiedere aiuto al generale Billy Ford (Morgan Freeman) affinché si prendano provvedimenti per arginare l'epidemia prima che diventi una pandemia capace di mettere in ginocchio anche gli Stati Uniti d'America. Ma la sua richiesta viene bloccata dal generale Donald McClintock (Donald Sutherland) che opta per un insabbiamento generalizzato che spinge Sam ad avvisare l'ex moglie (Rene Russo) del pericolo ma anche a prendere provvedimenti quando, proprio come aveva detto, il virus varca i confini d'America, minacciando la salute di tutti i cittadini. Sarà compito di Sam scoprire la verità su questa epidemia e su qualcosa del passato che il governo si sta impegnando a nascondere.

La vera storia dietro il film

Come riporta il sito dell'Internet Movie Data Base, Virus letale è un film che si basa in larga scala sul lavoro svolto dal giornalista e scrittore Richard Preston che, nel 1992, scrisse un articolo per il New Yorker per parlare della diffusione sempre più preoccupante del virus dell'ebola. All'articolo giornalistico seguì anche un romanzo, The hot zone, in cui Preston raccontava, in maniera romanzata, l'epidemia di ebola che colpì la città di Reston, in Virginia, a pochi passi dalla capitale della nazione. Il successo di The hot zone, secondo Collider, fu così immediato che non passò molto tempo prima che Hollywood provasse a portare quella storia sul grande schermo. All'inizio si pensò di fare una vera e propria trasposizione del film, con Wolfgang Petersen e Michael Mann in pole position per dirigere il film. Alla fine, però, la scelta definitiva per il metteur en scene del progetto cadde su Ridley Scott, che avrebbe dovuto dirigere una pellicola interpretata da Robert Redford e Jodie Foster. Il progetto, però, naufragò in breve tempo, ma nel 1995 Peterson diresse proprio Virus letale che è ispirato agli eventi che si svolsero a Reston.

Come si legge sul sito di Stanford.edu, il 2 ottobre 1989 100 macachi cinomolgi delle Filippine vennero trasportate a New York, via Amsterdam, per poi essere trasferiti verso un centro di quarantena che si trovava a Reston. Le scimmie vennero posizionate nella Room F della Reston Unit il 4 ottobre, secondo una legge che prevedeva che ogni primate che entrava su suolo americano doveva restare in quarantena per almeno trenta giorni per evitare che diffondessero virus e malattie. Qui i macachi morirono poco dopo il loro arrivo negli Stati Uniti e l'Istituto di Malattie Infettive venne informato che c'era il pericolo che gli animali fossero morti a causa di una febbre emorragica che si stava diffondendo tra le scimmie. I controlli successivi, come scrive la CBS, rivelarono qualcosa di molto peggio: si trattava di ebola, del cappo dello Zaire, che aveva una percentuale di letalità del 90% tra gli umani. Quattro dei ricercatori che lavoravano nell'unità di quarantena vennero sottoposti ai test, risultando positivi ma, incredibilmente, nessuno si ammalò. Questo permise agli studiosi di capire che avevano a che fare con un genere diverso di ebola, quello che oggi è noto con il nome di Ebola-Reston, l'unico tra i cinque tipi di ebola, a non essere pericoloso per gli esseri umani. Per non spaventare i cittadini e minare l'opinione pubblica, si cercò di arginare l'epidemia in modo privato, ma le autorità poste a questo compito non erano del tutto preparate a svolgere una tale missione. Per questo si scelse di dividere i compiti: il comitato di sanità e sicurezza si occupò degli aspetti legati alla salute e alla salvaguardia degli esseri umani, mentre l'esercito si occupò delle scimmie che dovevano subire una sorta di eutanasia ma a distanza di sicurezza, per timore che gli animali potessero diffindere ancora di più il virus con il solo respiro.

Solo successivamente si scoprì che questo tipo di ebola non si trasmetteva per via aerea.

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