Spie, velocità, killer I treni sono il set del delitto perfetto

Da Hitchcock alla Christie, fino all'ultimo bestseller di Paula Hawkins: i convogli sono lo sfondo ideale per i thriller E a bordo può succedere davvero di tutto...

La vita dei pendolari è tutt'altro che monotona lungo le linee di trasporto inglesi. Viaggiare in treno o in metropolitana può diventare infatti un incubo degno d'essere raccontato in un romanzo di suspense ad alto tasso di adrenalina come ci dimostra La ragazza del treno (Piemme) di Paula Hawkins, bestseller capace di vendere oltre tre milioni di copie solo in Inghilterra, acquistato in 45 paesi e da settimane dominatore delle classifiche internazionali. Una storia in cui la protagonista Rachel è abituata a spiare dal finestrino le vite degli altri mentre dalla periferia di Londra si sposta ogni mattina verso la City per andare a lavorare. Ogni giorno è abituata a vedere quelli che lei ha battezzato come «Jess» e «Jason» che fanno colazione sulla veranda di una casa, una coppia normale la cui tranquillità verrà sconvolta da un evento terribile al quale la povera Rachel assisterà inerme in treno.

Paula Hawkins è abile nel miscelare le proprie suggestioni creando una storia destinata a diventare un vero e proprio classico della narrativa di tensione. In particolare la giornalista inglese ha fatto sua la lezione di Alfred Hitchcock e pesca a piene mani da situazioni psicologiche che erano già ben presenti ne La finestra sul cortile (film a sua volta ispirato da un classico racconto del 1942 di Cornell Woolrich). Hitchcock, d'altra parte, è stato uno degli autori che più ha prediletto i treni per localizzare certe storie ad alto tasso di adrenalina. Sono ben dieci le sue pellicole che hanno puntato l'obiettivo della cinepresa su vagoni e stazioni. Come ha spiegato lo studioso di cinema Brad Eastridge «i treni permettono al regista inglese di lavorare sia sull'atmosfera che sul plot, sfruttando situazioni di claustrofobia, pericolo, emergenza. Diventano un set dove può scatenarsi anche l'immaginario sessuale e sono perfetti per essere il luogo dove situare il “MacGuffin”» (il celeberrimo motore che scatena ogni intrigo).

In particolare ci sono tre pellicole in cui Alfred Hitchcock ha sviluppato in maniera esemplare il rapporto fra treni e thriller. Ne La signora scompare (sfruttando la trama di un romanzo di Ethel Lina White) racconta come sia facile sparire e apparire su certi treni; in Delitto per delitto (complice una trama presa da Patricia Highsmith), evidenzia come fare incontri con sconosciuti possa essere estremamente pericoloso su certe carrozze; in Intrigo internazionale (basato su un soggetto di Ernest Lehman) i vagoni diventano invece luogo di rocamboleschi inseguimenti ma anche di favolosi incontri romantici. Sui treni hanno viaggiato nel tempo future vittime e aspiranti colpevoli, rapinatori, assassini professionisti, serial killer, terroristi, spie, amanti in fuga e persino virus. Ed è una vera e propria bomba biologica pronta ad esplodere alla prima fermata a rendere disperata la situazione dei passeggeri che viaggiano a bordo di un treno diretto verso il Vallo di Cassandra nell'adrenalinico romanzo Cassandra Crossing di Robert Katz. Gli inermi viaggiatori non sanno se temere di più la pericolosa sostanza che viaggia con loro e che da un momento all'altro potrebbe contagiarli o i militari dell'esercito americano che li vorrebbero far deragliare per eliminare il possibile incidente biologico.

D'altro canto già Agatha Christie nel suo Assassinio sull'Orient Express (1934) ci aveva mostrato come sui convogli possano accadere inspiegabili delitti e possano viaggiare persone insospettabili. Misteri ai quali è costretto a dare soluzione nel giro di poche ore il paffuto detective belga Hercule Poirot. Ma il personaggio che in assoluto ha vissuto il maggior numero di missioni in treno è l'Agente 007. Fra le pagine di Dalla Russia con amore (1957) Ian Fleming ci descrive nel dettaglio il passaggio del suo eroe sulla ferrovia che attraversa il tunnel del San Gottardo mentre Jeffery Deaver nel più recente Carta bianca (2012) ci ha raccontato nello specifico come James Bond abbia cercato di evitare che un convoglio precipitasse nel Danubio carico di una sostanza chimica letale come l'isocianato di metile.

E i vagoni, quando trasportano valori inestimabili, possono essere anche un luogo particolarmente allettante per chi vuole compiere il furto del secolo, come racconta Michael Crichton in La grande rapina al treno (1975). Siamo nel 1855 e l'impero britannico decide di far viaggiare per ferrovia 12.000 sterline in lingotti d'oro destinate all'esercito che sta combattendo in Crimea, un bottino che fa gola al ladro Edward Pierce. Certi convogli possono persino portare i viaggiatori a contatto con situazioni fantastiche o orrorifiche, come nel caso di Quel treno per l'Inferno (1958) di Robert Bloch.

Qui il giovane Martin, orfano di padre e abbandonato dalla madre, salirà sul Treno per l'Inferno (destinato in eterno a trasportare le anime dei defunti) e accetterà in cambio di un desiderio esaudito di diventare il futuro capotreno di quel convoglio.

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