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Azzurri, buona la prima del neo ct Sacchetti Ma quanta sofferenza

Azzurri, buona la prima del neo ct Sacchetti Ma quanta sofferenza

Asciugate le mani dall'emozione l'Italia del basket scivola leggera sulla via della seta che dovrebbe portarla verso il mondiale cinese del 2019, ma, per non smentire chi vede più vizi che virtù nei nostri campioni ecco un finale da brivido con vittoria risicata: 75-70 dopo aver avuto anche vantaggi vicini ai 20 punti. Momenti di delizia da campetto, attimi di terrore per quel 16-27 dell'ultimo quarto che ha rovinato la digestione a molti, spiegando bene perché qualcuno non era all'ultimo europeo e, fra quelli che c'erano, ha giocato poco. Certo mettere insieme una squadra in tre giorni non è facile, ma se usi il piumino in difesa, se cerchi il ricamo capita di fare brutte figure, di perdere 11 palloni, di sbagliare canestri facili. Battere la Romania è stato più difficile del previsto, in un clima festoso come quello di Torino. Ci voleva per sentirsi di nuovo a casa, serviva a Romeo Sacchetti per questo esordio sulla panchina azzurra nella città dove ha vissuto momenti importanti della sua bellissima storia di giocatore, contro una nazione che è stata asilo per i suoi nonni e per i genitori emigrati dal Nord Italia per lavorare.

Poche ore pensare a quello che è andato male, a quello che ha funzionato perché domani pomeriggio a Zagabria l'esame sarà relativamente più difficile considerando che la Croazia ha perduto 68-61 in casa dell'Olanda. Ci sarà da rivedere tanto, nessuno ha giocato davvero bene, neppure i migliori realizzatori: Della Valle 16 con 5 su 12, Aradori 16 con 5 su 14, Gentile 12 e nel suo 5 su 11 con 4 palle perse si leggono tante cose. Meglio accorgersi subito di certe debolezze tecniche e mentali. Hanno dato poco i centri da Burns a Crosariol, non tanto dai ripescati nel limbo Armani, perché Abass e Fontecchio sono arrugginiti. Vitali e Filloy in regia hanno cercato di far felici tutti, ma pure loro hanno spesso visto doppio.

Speriamo che la paura finale tolga a qualcuno la smorfia di sufficienza che in campo internazionale, anche a livello meno alto, viene sempre punita come ha fatto Watson, americano della Transilvania che ha chiuso con 14 punti, 2 meno del ventenne Cate che gioca a Badalona.

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