Giro d'Italia

Battaglin, è ancora Grand'Italia. E adesso il duello Aru-Froome

Il veneto trionfa allo sprint su Visconti: "Era una promessa". Sulla salita dell'Etna i due favoriti gli osservati speciali

Battaglin, è ancora Grand'Italia. E adesso il duello Aru-Froome

In questo Giro crepuscolare, che pedala sul calar della sera, l'Italia non dorme e sogna. Cinque tappe, tre vittorie. Dopo la doppietta di Viviani, ecco Enrico Battaglin, vicentino di Marostica, che nulla ha a che fare con quel Giovanni che in carriera seppe vincere negli anni Ottanta una Vuelta e un Giro nello stesso anno e passò alla storia per essere stato disarcionato in uno sprint mondiale, sulle strade di Valkenburg, dall'olandese beniamino di casa Jan Raas.

L'aveva detto e ha mantenuto la promessa Enrico Battaglin. Dopo il terzo posto di Caltagirone era stato chiaro: «Domani mi rifaccio». Enrico è uomo di parola e, soprattutto, è uomo scattante e veloce che impara dagli errori fatti e torna al successo dopo quattro anni a sorridere sulle strade del Giro d'Italia, portandosi a casa la quinta tappa: 153 km da Agrigento a Santa Ninfa, e regalando il terzo trionfo all'Italia dopo i due sprint di Viviani.

Nel finale, nervoso e all'insù, ideale per i corridori scattanti e reattivi, Battaglin si è tenuto alle spalle Giovanni Visconti e il portoghese Gonçalves, centrando il terzo successo della carriera nella corsa rosa dopo quelli ottenuti nel 2013 a Serra San Bruno e nel 2014 a Oropa. «Era da quattro anni che non riuscivo ad alzare le braccia al cielo, sono proprio felice dice a caldo il 28enne di Marostica Ora che una tappa l'ho vinta, per me il Giro sarà tutto in discesa. Mi posso solo divertire».

La seconda giornata siciliana non ha mutato sostanzialmente nulla in classifica generale: Rohan Dennis ha conservato la maglia rosa con 1'' di vantaggio su Dumoulin e 17'' su Yates. Bene ancora Domenico Pozzovivo, nono, mentre perde altro terreno Miguel Angel Lopez: 43'' di ritardo per colpa di un'ingenua caduta.

La giornata è caratterizzata dalla solita fuga: Ryan Mullen e Laurent Didier della Trek Segafredo, Eugert Zhupa della Wilier Selle Italia e Andrea Vendrame della Androni Sidermec, quest'ultimo ripreso a tre chilometri dal traguardo dopo una bellissima azione solitaria iniziata a 22 km dal traguardo. Una caduta ha poi spaccato il gruppo ad una decina di chilometri dal traguardo, coinvolti tra gli altri Pozzovivo e Schachmann, prontamente rientrati in gruppo e pronti a battersi in un finale convulso. Sulla salita che porta all'ultimo chilometro nessuno ha veramente tentato di attaccare e così il gruppo dei migliori si è presentato al traguardo per la volata.

Oggi spazio all'Etna, primo vero arrivo di questo Giro d'Italia: 164 km, con un finale molto duro che chiama allo scoperto i big della classifica generale. Pozzovivo e Formolo devono confermare il loro stato di salute; Fabio Aru è chiamato anche lui a dare un segno di brillantezza dopo un inizio piuttosto sofferto; la maglia rosa Dennis deve sostenere il primo vero test da leader. Il più tranquillo pare essere Tom Dumoulin: è lì ad un secondo dalla rosa, ma già molto avanti per come si sta muovendo in gruppo. Da assoluto padrone.

Osservato speciale, dall'Osservatorio Astrofisico del Vulcano (versante inedito per la corsa rosa, ndr), Chris Froome. Il britannico della Sky è tranquillo: «Ogni giorno sto sempre meglio», ripete.

Nei 15 km che condurranno i corridori a quota 1736 metri (pendenza media del 6,5% e punte del 15%, ndr), Froome può far vedere le stelle a chiunque, o le vedrà.

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