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Berlusconi e Totti i grandi assenti

Il primo, da un quarto di secolo a oggi, senza due protagonisti assoluti

Berlusconi e Totti i grandi assenti

C'è la Var. Ci sono i cinesi. D'accordo. Ma che campionato sarà senza Berlusconi e Totti? Il primo, da un quarto di secolo a oggi, senza due protagonisti assoluti, indiscutibili anche se discussi. Presidente e capitano, ruoli e simboli di un football che non c'è più, almeno così dicono i nuovi esperti e docenti di questo sport eterno e unico.

Silvio Berlusconi ha passato la mano ai nuovi investitori d'Oriente il cui compito sarà quello di ribadire la storia grandiosa del Milan dei favolosi anni Ottanta e a seguire. Francesco Totti si è arreso non soltanto all'anagrafe, ha preferito fermarsi prima di essere compatito dal nuovo che avanza, non so bene che cosa significhi ma fa tendenza.

Totti è stato la Roma e Roma ma soprattutto è stato l'arte di giocare a pallone, con il cervello e con la pancia anche, a volte con comportamenti screanzati, ma è stato poeta e romanziere vero in una città che è, assieme, poesia e romanzo (criminale). Totti avrebbe potuto accettare l'offerta del Milan, conquistando trofei e riconoscimenti che avrebbe ampiamente meritato, ma ha scelto di restare a Roma, rendendola sempre più grande. Silvio Berlusconi si è assentato dal Milan per insediarsi a Roma e avviare la sua avventura politica, dopo quella imprenditoriale. Hanno fatto storia e cronaca, le barzellette di Silvio&Francesco potrebbe essere un best seller clamoroso.

Insieme con la Juventus degli Agnelli e con l'Inter di Massimo Moratti, hanno scritto le pagine di questo ventennio italiano, europeo e mondiale.

Li vedremo in tribuna, venerati, applauditi, là dove coglievano anche fischi e insulti. La serie A riparte senza due grandi attori, in campo e fuori, interpreti astuti di se stessi.

Sarà un campionato nuovo che si porterà appresso la nostalgia di due figure irripetibili.

Il calcio cambia le sue regole ma non può perdere la memoria.

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