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Berlusconi: "Vorrei lasciare il Milan in mani italiane"

La trattativa con i cinesi avanza tra tante incertezze "Sto cercando di vendere da un anno. Aspetto suggerimenti"

Berlusconi: "Vorrei lasciare il Milan in mani italiane"

Milanello C'era bisogno del suo intervento e Silvio Berlusconi si é fatto avanti, secondo il suo stile più noto, rintuzzando critiche e polemiche, mentre il Milan è alle prese con un improbabile inseguimento all'ultimo vagone dell'Europa league, messo in dubbio dal sorpasso del Sassuolo. Il presidente lo ha fatto ieri sera postando un video-messaggio in cui ha anche affrontato il nodo decisivo delle trattative con la cordata cino-americana. «È da un anno che sto trattando», ha ricordato Berlusconi. Sull'argomento l'ex premier ha sparigliato secondo il suo costume perché per la prima volta ha lanciato un appello alla classe imprenditoriale italiana. «Vorrei lasciare il Milan in buone mani, in mani che gli garantissero un futuro da protagonista e possibilmente in mani italiane. Qualsiasi suggerimento é il benvenuto».

Come si può capire si é trattato di un passaggio inedito e che tiene conto, tra le frasi non scritte, dell'esperienza interista con Erik Thohir. Anche Massimo Moratti fu convinto a passare il controllo dell'Inter al thailandese scoprendo qualche tempo dopo che non é in grado di sostenere, da solo, il peso economico del rilancio neroazzurro. E anzi chiede aiuto a un socio. Berlusconi non si é sottratto nemmeno alle vicende tecniche piu attuali e al discusso cambio di panchina, fortemente osteggiato da critica e tifosi. Ecco l'incipit del preidente: «Un saluto affettuoso ai tifosi del Milan. Io, come tutti voi, ho il Milan nel cuore e soffro quando va male. Forse un po' più di voi, perché per farlo grande ho investito più di un miliardo di euro. Solo nell'ultimo anno, ben 152 milioni. Eppure converrete con me, che non abbiamo mai visto il Milan giocare così male come quest'anno». Non é mancata la difesa, convinta, di Brocchi e del suo lavoro. «Per questa stagione ho trovato il coraggio di cambiare, per arrivare alla finale con la Juventus con qualche speranza in più. In effetti, mi sembra che nel gioco, qualche miglioramento si sia visto. Avevamo in casa Brocchi, ottimo allenatore della nostra Primavera. Gli ho chiesto un atto di coraggio e lui mi ha detto di sì. È una persona seria, conosce bene lo stile Milan, fin da quando giocava nei nostri pulcini. Ha avuto poco tempo per intervenire sui giocatori e per provare i nuovi schemi di gioco. Siamo stati anche sfortunati nelle ultime partite. Lasciamo lavorare Brocchi in serenità fino al 21 maggio, poi decideremo».

Rivolto alla platea dei tifosi rossoneri il passaggio successivo. Anche qui Silvio Berlusconi non ha fatto un solo passo indietro. «Fatemi dire: dopo 30 anni che abbiamo festeggiato a champagne e caviale, potremmo anche sopportare con più eleganza un digiuno che sarà passeggero». Infine il riferimento alla trattativa che ha fatto giustizia delle presunte notizie esclusive sull'accelerazione dell'operazione ed ha suscitato molti malumori nella cordata cino-americana.

Con questo carico di fiducia esplicita, Brocchi oggi può guidare il Milan a Bologna e puo anche imporre il pugno di ferro come é successo con Menez lasciato fuori dalla convocazione per aver svolto un allenamento non «a duemila all'ora».

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