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Biscotto indigesto, azzurrini a casa

Tra Francia e Romania è 0-0, come previsto. E noi dobbiamo solo fare il mea culpa

Biscotto indigesto, azzurrini a casa

Bisogna avere il coraggio di chiamare le cose con il proprio nome. E in questo caso la parola giusta è fallimento. Gli alibi ci sono e sono almeno quanti i rimpianti ma se la Nazionale Under 21 non si giocherà il titolo europeo è solo e soltanto perché ha fallito. Doveva farci sognare, doveva trascinare, doveva vincere. E invece si è fermata al primo turno, dicendo anche addio alle Olimpiadi di Tokio. Beffa doppia, proprio nel giorno in cui Milano-Cortina vince i giochi del 2026. Serviva un miracolo per passare il turno e conquistare le semifinali ma non è arrivato. Se il pareggio della Germania con l'Austria e il successo della Danimarca sulla Serbia ci avevano tenuto in corsa, la gara tra Francia e Romania ha sancito il nostro definitivo addio alla kermesse. E non chiamiamolo biscotto. Era chiaro che le due nazionali non avessero interesse nel farsi troppo male e lo 0-0 finale è stato tanto atteso quanto ovvio.

A noi rimane l'amaro in bocca per l'occasione sprecata e per quella sconfitta di misura con la Polonia che ha vanificato le vittorie contro la quotatissima Spagna e il Belgio.

Ancora rimbomba nelle orecchie il tanto ascoltato e abusato «l'Under con più talento di sempre». Si ma il talento va espresso a dovere e messo al servizio del risultato. E poco conta alla fine che quasi l'intera selezione sia composta da giocatori di talento vero, quasi tutti titolari inamovibili nei rispettivi club di serie A, alcuni dei quali pezzi pregiati sul mercato di mezza Europa. Da Barella a Chiesa, da Mancini a Locatelli, fino a Bastoni, Mandragora, Cutrone, Kean e Zaniolo con questi ultimi due che meritano un capitolo a parte. Con tutta questa qualità a disposizione la parola fallimento è l'unica possibile. E sotto processo finisce, inevitabilmente, il ct Gigi Di Biagio che non è stato capace di dare concretezza a un progetto che sarebbe potuto essere vincente.

D'accordo, la formula del torneo è alquanto particolare e si arriva direttamente in semifinale dopo il girone e vengono premiate le prime del girone stesso e solo una migliore seconda. Vero anche che l'Italia, ai punti, avrebbe meritato di più. Ma giocando in casa, con la forza di un pubblico sempre numeroso a fianco e con tutto quel talento a disposizione non ci si può attaccare agli alibi. Dopo lo show iniziale contro la Spagna, che probabilmente questo europeo andrà a vincerlo, la sconfitta contro la Polonia che con le furie rosse ha beccato un 5 a 0 senza appello, resta una macchia gravissima. Bastava un pareggino, bastava davvero poco.

Servirà da lezione, anche a chi come Kean e Zaniolo è stato baciato dal dono della classe ma non da un rispetto delle regole che è obbligatorio per primeggiare a certi livelli. Non ce l'ha fatta l'Italia. Poteva farcela eccome, ne aveva tutte le possibilità.

Ecco perché, a tutti gli effetti, quello della nostra Under 21 può e deve essere considerato un fallimento.

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