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Bonaventura rossonera con questo super Menez

Il Milan ha molta facilità nel segnare ma anche amnesie imperdonabili. Assist e gol del francese. Ko Alex e Diego Lopez

Ci sono due Milan che fanno notizia e rapiscono gli occhi. Il primo, principe del contropiede, è uno spettacolo nel fare a fette la difesa del Parma e nel confezionare dopo 45 minuti uno scintillante 3 a 1. Il secondo, un po' troppo distratto dalle parti di Diego Lopez, si fa circondare e colpire da Felipe prima di ritrovarsi in grave affanno: 3 a 2 nel risultato ma in 10 contro 11 per l'espulsione di Bonera nella ripresa. Qui il ruggito di De Jong è la conferma che dietro il primato rossonero (dal 2006 mai vinte le prime due di fila) c'è anche un temperamento guerriero. Il gruppo allestito è capace di soffrire e di ottenere da due esponenti di primissima fila, l'olandese e Menez, due prodezze da raccontare ai nipotini la sera, davanti al camino grazie anche a quel finale da romanzo epico che lascia tutti col cuore in gola. Perché De Sciglio, a pochi rintocchi dalla sirena, con uno sciagurato retropassaggio, procura l'autorete del 4 a 5 con il contemporaneo insulto muscolare tradito da Diego Lopez. Pensate: alla fine la squadra di Inzaghi, per 20 minuti in inferiorità numerica, chiude gli ultimi 7 minuti con un portiere rotto in porta non avendo a disposizione un quarto cambio. Questi due Milan, così diversi e così complementari, coraggioso e dalle mani bucate, meritano applausi e censure in egual misura: le lodi per la facilità nel guadagnarsi sbocchi al gol, le critiche per talune amnesie imperdonabili. E anche per qualche cedimento muscolare che deve preoccupare se giunto alla seconda di campionato. Alla fine del film, il Milan può sentirsi con merito primo al pari di Juve e Roma, un miraggio solo qualche settimana fa. Con la scoperta di un genio recuperato al nostro calcio: Jeremi Menez.

D'accordo Fernando Torres, triste y solitario, finisce in tribuna per una pedata di Rami sabato pomeriggio tenuta nascosta come ai tempi di HH e Rocco, d'accordo Donadoni deve fare a meno di Cassani, Paletta e Bianbiany ma a questo Milan di Inzaghi dal calcio spietato e feroce, è vietato concedere spazi vitali. Perchè le conseguenze sono sanguinose grazie a un contropiede che è affilato come una lama di rasoio, appena i rossoneri s'avventano sulla pelle morbida della difesa del Parma, possono lasciare il segno, una, due, tre volte già nel primo tempo. Con la Lazio risultò decisivo lo scatto dai blocchi di partenza, a Parma è l'ultima porzione della prima frazione a far luccicare il gioco preparato da Pippo e dal suo staff che ha uno sbocco decisivo sul binario di destra dove Abate sembra rinato oltre che migliorato nel piede, azionato dal genio di Menez, il vero ispiratore del gioco con l'astuta posizione che somiglia molto a uno schema di play-station. Così arriva il primo gol dell'ultimo acquisto di Galliani, così matura il raddoppio di Honda di testa, con un contropiede isolato di Menez, stroncato in area da Lucarelli, prende corpo il 3 a 1 su rigore che sembra chiudere la sfida. Sembra infatti.

Spigliato e aggressivo in attacco, è alle spalle del Milan che si registrano acciacchi inquietanti oltre che distrazioni fatali. Appena il Parma si libera di qualche eccessiva prudenza, la trincea rossonera si sfalda: una volta lasciando a Cassano la libertà di colpire di testa a centro area, una volta non tenendo sotto controllo la posizione di Felipe arrivato dalla difesa a dar man forte ai suoi, una volta perdendo Lucarelli nel mucchio centrale su angolo. La serata del Milan si trasforma in sofferenza autentica perchè sul più bello Inzaghi perde la sua coppia centrale di secondini: uno, Bonera, espulso per doppio giallo, l'altro, Alex, per infortunio all'adduttore (arrivati dalla panchina Rami e Zapata a rimpiazzarli). La conseguenza è una ripresa pirotecnica piena di gol, di occasioni golose (la traversa scheggiata da Menez) con un ruggito di De Jong (palla strappata ai piedi di Cassano, fuga e palla tra palo e portiere per il 4 a 2) e una prodezza spettacolare di Menez che è forse la perla di una collana preziosissima. Da solo, contro tre sentinelle del Parma, il francese rincorre con una determinazione mai vista, anticipa Mirante, s'allunga la palla la raggiunge e col tacco la mette alle spalle di tutti.

Non è un gol ma un gioiello.

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