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Brigata Bosnia tutta «straniera» Unica eccezione: il nipote del ct

A mezzanotte, a Cuiaba c'è la partita che dovrebbe valere la seconda qualificata del girone F, alle spalle dell'Argentina. La Nigeria è in ribasso, dopo i due ottavi di fila di 20 anni fa, nel '94 e '98. Ha perso la brillantezza di quando arrivò a un passo dall'eliminare gli azzurri di Sacchi, poi vicecampioni del mondo grazie all'1-1 di Baggio sul finire della partita. Da allora è uscita due volte al primo turno, cogliendo la miseria di tre pareggi.
Il 4-2-3-1 delle Aquile sarà fronteggiato dallo stesso modulo proposto da Safet Susic per la Bosnia. È in dubbio il capitano Spahic, si attendono squilli dal romanista Pjanic e dal biancoceleste Lulic, anonimi nel 2-1 subìto dall'Argentina, mentre Dzeko dovrebbe stare più vicino all'area. La rosa gialloblù è unica nel mondiale, poichè in 22 giocano all'estero, in 11 paesi diversi: l'unico protagonista in patria è il portiere di riserva Avdukic, del Borac Banja Luka. Fra i panchinari c'è il nipote del ct, Tino Sven Susic, 22 anni.

Aveva giocato nelle giovanili del Belgio, ha optato per la Bosnia per spirito patriottico ma difficilmente sarà inserito dallo zio.

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