Sport

Un capolavoro di ingegneria che fa onore al «made in Italy»

Piero Evangelisti

Giampaolo Dallara, classe 1936, mette in strada la prima vettura di serie, ovviamente limitata, con il suo nome: la Dallara Stradale, presentata nella sede dell'azienda a Varano de' Melegari. È il coronamento di un sogno per una persona che ha dato tantissimo al mondo delle auto da competizione e che, comunque, aveva già realizzato autentici capolavori «stradali», come la Pantera per Alejandro De Tomaso, negli anni '70.

L'obiettivo di Dallara è stato, fin dall'inizio del progetto (2015), quello di realizzare una vettura capace di far riscoprire il puro piacere della guida su strada e in pista.

«Mi piace pensare che Colin Chapman, che ho incominciato ad ammirare fin dai tempi della sua Lotus Seven, approverebbe l'essenzialità e la semplicità di questa vettura - dichiara l'ingegner Giampaolo Dallara, presidente della Dallara Automobili -; in questo progetto c'è tutto ciò che abbiamo imparato dalle corse e dalle collaborazioni con i nostri clienti, e sono convinto che chi utilizzerà questa vettura potrà provare il gusto del viaggio per il viaggio, la voglia di salire in macchina per fare un bel giro, il piacere della guida». È nata una nuova supercar molto eclettica, perché la Dallara Stradale si presenta come una barchetta senza portiere, ci si salta a bordo, come nelle storiche partenze della 24 Ore di Le Mans, ma può essere personalizzata in configurazione roadster con l'aggiunta di un parabrezza e con un ulteriore T Frame che la trasforma in «Targa». Con l'aggiunta di due portiere con apertura ad ala di gabbiano, la Dallara si trasforma in coupé, probabilmente quella che verrà scelta dai clienti. Nella realizzazione della vettura si è fatto ampio ricorso a materiali compositi come la fibra di carbonio e il risultato è un peso contenuto in appena 855 kg. Aerodinamica e stabilità sono il frutto degli oltre 45 anni di esperienza di Giampaolo Dallara e rendono la vettura guidabile fino al limite.

La Dallara Stradale è lunga 4,18 metri, larga 1,87 e alta appena 1,04 metri, un dato che ne sottolinea la unicità nel panorama di queste vetture così speciali. La Dallara Stradale è a ruote motrici posteriori e monta, in posizione centrale/trasversale, un quattro cilindri 16 V, 2.3, che sviluppa una potenza massima di 400 cv e sfoggia una coppia da pura sportiva: 500 Nm fra 3.000 e 5.000 giri al minuto. Le prestazioni sono da «competizione» perché la Dallara Stradale può raggiungere una velocità massima di 280 orari e accelera da 0 a 100 in appena 3,2 secondi, ma è anche elastica in quanto può passare in quinta marcia (il cambio è manuale a 6 rapporti, ma come optional è prevista la robotizzazione con palette al volante) da 80 a 120 in 3,5 secondi. Da sottolineare l'efficienza dell'impianto frenante visto che la Dallara Stradale da 100 orari si arresta in 31 metri. Siamo, insomma, di fronte a un nuovo capolavoro dell'ingegneria automobilistica italiana frutto di un'esperienza, quella di Giampaolo Dallara, che ha costruito auto da competizione che hanno vinto in ogni parte del mondo.

Per mettersi al volante di questa opera d'arte ci vogliono 155mila euro (Iva esclusa, per le supercar usa così visto che la maggior parte è destinata all'esportazione) per la versione barchetta ai quali ne vanno aggiunti poco più di 30mila per trasformarla in una più comoda coupé.

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