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Caso Lukaku, la Nord difende il Cagliari: "Non è stato razzismo"

La curva dell'Inter si rivolge all'attaccante belga: "In Italia non c'è il problema razzismo. Quelle espressioni non sono state utilizzate a fini discriminatori"

Caso Lukaku, la Nord difende il Cagliari: "Non è stato razzismo"

La Curva Nord dell'Inter tramite una lettera si è schierata dalla parte del Cagliari dopo il "caso Lukaku": il belga è stato accolto dai fischi durante il match contro la compagine sarda. L'attaccante sul proprio profilo Instagram si era duramente sfogato; successivamente il club rossoblu ha preso le distanze dai cori della propria tifoseria. Ma ora i supporters dei nerazzurri si rivolgono proprio all'ex Manchester United e provano a spiegare quanto accaduto: "Ci spiace molto che tu abbia pensato che quanto accaduto a Cagliari sia stato razzismo. Devi capire che l’Italia non è come molti altri paesi europei dove il razzismo è un VERO problema".

La lettera

In Italia certi modi sono infatti utilizzati semplicemente per "rendere nervosi gli avversari. Non per razzismo, ma per farli sbagliare. Devi capire che in tutti gli stadi italiani la gente tifa per le proprie squadre ma allo stesso tempo la gente è abituata a tifare contro gli avversari, non per razzismo ma per 'aiutare le proprie squadre'". Si tratta di una "forma di rispetto per il fatto che temono i gol che potresti fargli, non perché ti odiano o son razzisti". Parlando del razzismo si incentiva "la repressione di tutti i tifosi - inclusi i tuoi - e contribuisci a sollevare un problema che qui non c’è o quantomeno non viene percepito come in altri stati".

Perciò l'invito rivolto a Lukaku è quello di "chiarire quello che realmente è il razzismo e che i tifosi italiani non sono razzisti". La lotta a tale problematica "deve cominciare nelle scuole, non negli stadi". Infine la Nord ha tranquillizzato nuovamente Romelu: "I tifosi italiani non saranno perfetti, ma sebbene comprendiamo la frustrazione che ti possono creare certe espressioni, queste non sono utilizzate a fini discriminatori".

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