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"Che effetto otto Ducati. Per il titolo dico Bagnaia ma nel '24 occhio a Marc"

Intervista ad Andrea Dovizioso. Domenica a Valencia si decide il titolo tra ducatisti. Con quella Rossa resa docile col contributo di Dovi

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Quanti capitoli compongono la nostra vita? Sicuramente tanti. Ne sa qualcosa Andrea Dovizioso, che dopo essere stato un grande protagonista della MotoGP, prima in Honda e poi in Ducati dove ha chiuso vicecampione del mondo per ben tre anni consecutivi (2017-18-19), sta per coronare uno dei suoi sogni. La seconda vita del Dovi parte infatti dallo 04 Park Monte Coralli a Faenza: un parco di Motocross con piste sia di terra che di asfalto dove tutti potranno divertirsi. Dall'alto della sua esperienza, Andrea è anche l'osservatore più lucido dell'accesa sfida per la lotta al titolo iridato tra Bagnaia e Martin su quella Ducati che l'ha fatto soffrire ma che gli ha regalato anche tante soddisfazioni e che ora sta raccogliendo i frutti del suo meticoloso lavoro.

Si è tolto qualche soddisfazione da quando ha smesso in MotoGp?

«In realtà mi sono dedicato completamente a questo progetto. Sicuramente sono più libero, posso fare molte più cose senza dover stare attento a certi dettagli. È bello provare delle situazioni di vita normale anche se ho ancora la mentalità da pilota quindi continuo ad allenarmi e ci tengo a migliorare il più possibile. L'obiettivo è correre il Campionato Italiano Motocross il prossimo anno».

MotoGp, che effetto le fa vedere tre Ducati in lotta per il Mondiale?

«Quello che mi fa più impressione sono le otto moto che sono là davanti».

Si mangia le mani? In fondo il successo Ducati di oggi è anche frutto del suo lavoro.

«Credo che ci sia un momento per tutto. Ci sono delle ere e non puoi comandare questa situazione. Nella mia storia con Ducati c'è stata sofferenza all'inizio ma alla fine siamo riusciti a conquistare risultati importanti. Ma non sono presuntuoso nel dire che se avessi continuato avrei vinto il titolo».

Anche perché aveva degli avversari nel momento di massima forma

«Ci sarebbero tanti discorsi da fare, ma non ha troppo senso. Me ne sto rendendo conto ora di tutto il buono che abbiamo fatto e soprattutto quanto ho trasmesso alla gente».

Pecco Bagnaia o Jorge Martin, chi è il favorito?

«È una bella sfida! Darei mezzo punto in più a Pecco visto che ha la situazione un po' più sotto controllo, però Martin ha qualcosa in più in velocità. È una lotta aperta anche se Pecco partirà favorito a Valencia. 21 punti sono un buon margine. Pecco dovrà solo gestire. Quello che è mancato a Jorge forse è stata l'esperienza».

Un punto di forza e uno di debolezza dei due piloti.

«Di Martin direi la sua naturale velocità mentre per il lato negativo la caduta quando era davanti con tanto margine. Lato positivo di Bagnaia invece il suo essere ragioniere, anche se a volte questo può essere un limite».

Marco Bezzecchi invece?

«Mi ha sorpreso perché ha fatto meglio del previsto anche se gli manca ancora qualcosa per essere competitivo in tutte le condizioni».

Quando correva era pensabile un Marquez in Ducati?

«Sinceramente no, ma anche quello che è successo è impensabile. Honda ha dato tantissimo a Marquez, ma anche Marquez ha dato tantissimo a Honda. Il fatto è che non hanno ascoltato il pilota e questo ha influito anche perché sono rimasti indietro rispetto agli altri team. Lo stipendio? I piloti con la mentalità giusta non vincono i mondiali perché guadagnano tanto ma perché li vogliono vincere».

Cosa si aspetta da Marquez?

«Il primo aspetto da considerare è la situazione Marquez-Ducati e il loro futuro. Bisogna capire se dopo questo contratto di un anno lui ne ha già un altro con un'altra squadra oppure è libero. Lui non ha mai usato un'altra moto rispetto alla Honda e quindi bisognerà vedere l'adattamento. Oltre a questo aspetto c'è da considerare la voglia. Se si saprà gestire, sicuramente avrà la possibilità di star davanti a tutti».

E se Honda la richiamasse?

«Non ha senso in questo momento. La MotoGp è cambiata. Ci sono i giovani che vanno fortissimo».

Meglio allora il Motopark, è il sogno che aveva fin bambino?

«Questo sogno è venuto fuori piano piano negli ultimi anni grazie alla passione per la moto che non è mai diminuita, anzi è aumentata con l'off road.

L'idea, con la costruzione del motopark, è quella di far stare bene anche le persone che non fanno sport».

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