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Così bella e tormentata, la Roma vuole un trofeo ma teme di perdere pezzi

Il club insegue la Juventus, punta alle due coppe e a tenere i gioielli: da Nainggolan a... Spalletti

Così bella e tormentata, la Roma vuole un trofeo ma teme di perdere pezzi

Nelle quattro precedenti stagioni vissute sulla panchina della Roma (in quella 2009-2010 fu esonerato alla seconda giornata, mentre nella scorsa è arrivato solo a gennaio), Luciano Spalletti non era mai andato così forte dopo 26 giornate. La classifica recita 59 punti, tre in più del torneo 2006-2007 nel quale il tecnico toscano aveva in organico altrettanti campioni del mondo, vinse la Coppa Italia e Francesco Totti si prese la Scarpa d'Oro di miglior cannoniere europeo ma arrivò seconda a distanza siderale dall'Inter.

Dieci anni dopo la sua Roma ha cambiato pelle - allora giocava con il 4-2-3-1 con il capitano falso nueve e mise in bacheca tre trofei arrivando tra le prime otto in Europa, oggi ha trovato l'assetto ideale nel 3-4-2-1, varato per l'assenza di Salah «emigrato» per due mesi in Coppa d'Africa -, è in corsa su tre fronti e pur offrendo un gioco a tratti spettacolare, ha una maggiore solidità difensiva. Insomma è un gruppo cresciuto in tutti i suoi elementi, nel quale Totti - a termine corsa della sua carriera - è ai margini e si «accontenta» di pochi sprazzi di campo. Dzeko ha una media realizzativa pari solo a quella del secondo campionato al Wolfsburg (2008-2009); Nainggolan sta diventando uno dei migliori centrocampisti d'Europa e segna in questo momento più del bosniaco (sette reti nel 2017, meglio di lui solo lo juventino Higuain), ma nonostante questo il ct del Belgio Martinez continua ad ignorarlo (ieri era a seguire il giovane Tielemans dell'Anderlecht che ha preso il suo posto tra i Diavoli Rossi; Szczesny è una sicurezza in porta così come la sua riserva Alisson - impiegato nelle Coppe - e vanta 11 gare da clean sheet (senza reti subite). E poi tutti gli altri, dal Fazio vera sorpresa della retroguardia all'Emerson che ha stupito sulla fascia passando per l'esperto De Rossi e il recuperato Strootman.

Nel mirino Spalletti ha già messo Garcia, autore del record assoluto romanista alla 27ª giornata con 61 punti. Ma prima c'è il derby di Coppa Italia, una delle tre tappe che in nove giorni segneranno il destino stagionale dei giallorossi. Domani la Lazio, sabato 4 marzo il Napoli e giovedì 9 il Lione in Europa League: questo il ciclo terribile che se superato positivamente aprirebbe scenari importanti. Con la Juve che in campionato non perde colpi, le due Coppe per la Roma sono diventate un obiettivo prioritario. «Se facciamo il nostro calcio possiamo battere chiunque», così Nainggolan, che con la doppietta di San Siro ha imitato il Totti di qualche anno fa, e che con Spalletti in 13 mesi ha realizzato 18 gol. «Il tecnico sa esattamente cosa vuole dai giocatori», sottolinea il centrocampista.

E ora che la truppa romanista gira a mille, mentre la questione stadio attende il parere della Conferenza dei servizi per un'eventuale proroga legata al nuovo progetto accettato dal Comune, incombono le sirene di mercato sui pezzi da novanta. Il belga e Manolas attendono da tempo il rinnovo del contratto e l'aumento dell'ingaggio, intanto si moltiplicano le richieste per due dei calciatori simbolo. La scorsa estate arrivò il no al Chelsea per il Ninja, ma le offerte che giungeranno ora sul tavolo di Pallotta potrebbero essere irrinunciabili; sul greco c'è il pressing dell'Inter e indiscrezioni parlano di un accordo tra club e giocatore già trovato.

Un trofeo in bacheca è l'obiettivo nell'immediato, non perdere pezzi pregiati (compreso Spalletti) e rompere il bel giocattolo è quello del futuro.

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