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Il Diavolo fa la festa alla squadra del Papa Inzaghi ritrova Pazzini, ma non Van Ginkel

Inzaghi ritrova Pazzini, ma non Van Ginkel. Il centravanti torna titolare e infilza il San Lorenzo. L'olandese oggetto misterioso

Philippe Mexes abbraccia Giampaolo Pazzini dopo i due gol
Philippe Mexes abbraccia Giampaolo Pazzini dopo i due gol

Milano - Il San Lorenzo sta pensando al mondiale per club, in campionato è dodicesimo dopo 14 giornate e ne ha già perse sei, Edgardo Bauza qui da noi avrebbe già interrotto la sua marcia. Invece prima di partire per Milano il tecnico argentino si è tolto la soddisfazione di battere il Boca a Baires nel Torneo Inicial a El Nuevo Gasometro di Boedo, la casa del San Lorenzo, e ieri sera sulle poltroncine di San Siro erano venuti a spiarlo quelli del Madrid che presumibilmente saranno i suoi avversari nella finale del mondiale. Impensabile che Bauza si sia presentato con l'abito buono, dalla formazione iniziale fuori Cauterucho e Veron, i due marcatori del successo di domenica, dentro i due ex del nostro campionato Yepes e Barrientos, più Ortigoza, mitico capitano, gran lavoratore, grezzo e inesauribile.

Il Milan invece stava pensando a se stesso, il momento non è dei migliori, ci si è messo anche l'agente di Van Ginkel. Il ragazzo non gioca e questo non era nei patti, Mourinho aveva chiesto garanzie, perfino il costo del prestito è in relazione ai minuti giocati. Poi c'è la moglie di Pazzini che fa un tifo esagerato per il marito. Inzaghi si sente tirato per la maglia così ieri per non sbagliare ha lasciato Torres inizialmente in panchina per questa 23ª edizione del Luigi Berlusconi. Molto dimessa rispetto al passato, 5.153 spettatori (assenti anche Silvio e Barbara Berlusconi), niente diretta televisiva, niente Juventus, saltato il Manchester United, si è presentato un San Lorenzo che ha fatto fatica a buttare via qualsiasi pallone, squadra rognosa, collettivo più che individualità, rischia di fare pochi gol ma segnarle non è semplice. Pazzini ci è riuscito alla mezz'ora del primo tempo su centro di Saponara, leggera deviazione di Fontanini e il 9 rossonero bravo a anticipare di esterno destro.

Inzaghi voleva capire cosa gli possono dare gli scontenti, poteva essere uno dei pochi buoni motivi per comprimere questa partita fra le giornate di campionato con la trasferta di Genova contro la Sampdoria all'orizzonte. Bene, Mexes il solito, come se non fosse mai uscito, ognuno può trarre le sue conclusioni, ormai refrattario a tutto. Bonera ha fatto il suo, senza grande entusiasmo, Pazzini oltre al gol qualche sguardo severo ai compagni, soprattutto a El Shaarawy serenamente alla ricerca di una condizione che non è arrivata di sicuro ieri sera. Van Ginkel poco, ha tentato un a volo e ha messo la palla in tribuna, l'uscita del suo agente non deve aver raggiunto il massimo della popolarità, è stato letteralmente ignorato dai compagni, Inzaghi lo ha sostituito nell'intervallo. Il più brillante alla fine è stato senza alcun dubbio Niang, ha costretto Franco a un grande intervento su punizione, ha colpito un palo e ingaggiato un duello rusticano con Barrientos neanche si giocasse una finale. Ad un certo punto è entrato anche Torres del quale non si ricordano gesta, tranne un pallone consegnato fra le braccia di Franco ma a quel punto mancava poco più di un quarto d'ora e il Milan stava ricominciando lentamente a ripensare a se stesso, ha avuto un paio di occasioni, la più clamorosa sui piedi di Rami a un metro dalla porta, ma ha anche rischiato quando Barrientos con una legnata dalla distanza ha costretto Agazzi al grande gesto con palla deviata sul palo. Nel finale il gol di Bonaventura ha dato rotondità al sucesso.

Vinta la sgambata e anche il Trofeo, poi a Genova sarà partita vera.

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