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Doping, arriva la sospensione per Schwazer: niente Olimpiadi

Positivo ai controlli, il marciatore non sarà a Rio. Allenatore: "Omicidio sportivo"

Doping, arriva la sospensione per Schwazer: niente Olimpiadi

Era stato un controllo dello scorso gennaio a mettere di nuovo nei guai Alex Schwazer, trovato positivo a un accertamento anti-doping a Vipiteno disposto dalla Federazione di atletica leggera (Iaaf).

Un passo falso che sta già costando molto al marciatore altoatesino, che proprio per quel controllo non superato non potrà partecipare alle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro. La conferma è arrivata oggi, con un comunicato da parte della federazione.

La Iaaf ha disposto l'immediata sospensione di Schwazer, dopo che le contro-analisi hanno confermato la positività al doping dell'atleta, che a maggio era tornato a gareggiare, dopo uno stop di tre anni e mezzo, strappando una vittoria nella 50 chilometri che gli er valsa il pass per i Giochi.

Schwazer questa volta è stato fermato per il testosterone sintetico, in circostanze che il suo allenatore, Sandro Donati, non ha digerito. Paladino della lotta al doping, aveva iniziato a lavorare con il marciatore nel 2015, per prepararlo alla sfida di Rio.

"Il disegno criminoso è stato fatto ad opera d'arte", aveva commentato Donati, accusando i responsabili di quello che aveva definito come "un omicidio sportivo", i cui colpevoli a suo dire erano da ricercarsi "all'interno della struttura della Iaaf".

"Dopo la notizia della positività non ho mai smesso di allenarmi nonostante il dolore, la rabbia e l'amarezza che assorbono tutte le mie energie", ha commentato l'atleta, che ha aggiunto: "Lotterò fino all'ultima possibilità per far chiarezza su questa storia: voglio andare alle Olimpiadi per dare una risposta in gara perché sono pulito".

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