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Errori, sorpassi, dubbi Vettel, un fuoriclasse a corrente alternata

Seb tampona al via Bottas, riparte ultimo, è 5° E avrebbe lottato per la vittoria: «Colpa mia»

Errori, sorpassi, dubbi Vettel, un fuoriclasse a corrente alternata

Alla fine si torna sempre lì. Al bicchiere mezzo pieno o bicchiere mezzo vuoto. A Sebastiano Vettel fuoriclasse o Sebastian Vettel da rimandare in classe a studiare come si costruiscono i sorpassi veri? Alla fine, la vittoria prepotente di Lewis Hamilton davanti a Verstappen e Raikkonen, vittoria agevolata dagli errori altrui che lo riporta in testa al mondiale, riapre il dibattito infinito. Perché se per il bicchiere ferrarista è facile scegliere e dire che, con il caos creato alla prima staccata da Sebastiano, il quinto posto alla bandiera a scacchi è risultato ricco e grasso, non così semplice è decidere se Vettel sia davvero il campione che, oltre al talento, ha la forza per riportare la Rossa al titolo.

Quattordici punti. Questo il distacco ora da colmare per il campione tedesco. Di per sé assolutamente fattibile. Date le belle cose viste di venerdì, quando il passo della SF71H aveva fatto capire che in gara il Cavallino avrebbe dato fastidio alle Mercedes imprendibili in qualifica, benché al Paul Ricard queste fossero al debutto con il motore evoluto e, soprattutto, con benzina molto evoluta. Di per sé impossibile da colmare, se invece l'uomo di punta continuerà a scodellare, sul più bello, l'erroraccio che, ad elastico, lo allontana dalla vetta. E che il tamponamento di Bottas al via, l'alettone rotto, il rientro ai box in regime di safety car, le gomme soft montate per fare tutta o quasi tutta la gara, i 5'' di penalità da scontare, la grande rimonta da 17° a 5°, che tutto questo tradotto nel quinto posto sia un bicchiere mezzo pieno è fatto innegabile. Chiedere sul tema proprio al finnico della Mercedes, che incolpevolmente centrato ha poi visto la propria gara distrutta.

Se non altro, Sebastiano non si è poi nascosto e ha ammesso le proprie responsabilità: «Avevo fatto un'ottima partenza, forse troppo, e però anche Bottas non era scattato male, per cui mi sono ritrovato imbottigliato» ha detto, «non potevo spostarmi né a destra né a sinistra, ero dalla parte sporca e le ruote mi si sono bloccate, centrando Valtteri. Mio errore. Penalità giusta. Alla fine non ha influito neppure tanto, mentre a lui ho rovinato la gara... Quanto al passo, sì, il nostro era buono e avremmo potuto lottare con Hamilton». Oddio. Nelle concitate curve e staccate seguite al primo tamponamento, Sebastiano ha avuto modo di centrare anche (è lì che l'ala si è completamente distrutta) la Haas di Grosjean. E alla ripartenza, tempo qualche giro, ha fatto a sportellate con Alonso. Per dire: non si è risparmiato nel prendere rischi; per dire: la Dea bendata ha avuto un occhio di riguardo per lui e la Rossa. Concetto confermato dal suo rivale diretto. Hamilton ha infatti commentato, uno: «Non lo ha fatto apposta»; due: «però ha sbattuto fuori il mio compagno»; tre: «alla fine non gli è neppure costato molto». Sul tema, più esplicito è stato Niki Lauda, presidente onorario di Mercedes F1: «Avremmo potuto fare una bella doppietta, pochi cinque secondi di penalità per un errore così grave...».

Ed è questo il punto. Non la gravità degli errori, ma che Lauda si sbaglia quando dice con spigliata leggerezza che avrebbero potuto chiudere con un uno-due. Non è vero. Senza l'errore di Seb, le Mercedes lo avrebbero avuto addosso o in mezzo o persino davanti per tutta o gran parte della gara. Per di più su una pista ideale per i tedeschi.

È qui il vero problema della Ferrari: che ha una macchina da mondiale e un pilota di punta che a volte è da mondiale e altre volte, purtroppo, no.

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