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"È una F1 da ubriachi... Ferrari, troppi errori e sberle prese. Si riparte"

Il presidente: "Le avete lette le regole? Sembrano scritte al bar Che disastro il Cavallino: gli sbagli peseranno anche nel 2015"

"È una F1 da ubriachi...  Ferrari, troppi errori e sberle prese. Si riparte"

nostro inviato a Fiorano

Bocciato Montezemolo, bocciato Domenicali, bocciati gli ingegneri padri di motori e telai. Alain Prost, grande ex del passato, negli anni Novanta venne licenziato per aver definito un trattore la Rossa. Ecco. Marchionne, su quel trattore, ci è montato sopra ed ha investito una, due, tre volte il povero Cavallino, riducendolo a uno straccetto steso sull'asfalto come un tappetino color rosso ma per nulla rampante. Nel suo primo Natale a Maranello da presidente, nel segno della discontinuità, ha scelto il pranzo anziché la cena e ha detto: «Preferire non parlare del 2014, è stato un grandissimo disastro. Domande?»

Pochi mesi fa definì Mattiacci uomo forte, ora l'uomo forte l'ha mandato a casa.

«Ho grandissimo rispetto per lui, ma Maurizio Arrivabene (il nuovo team manager, ndr) conosce tutto della F1, tutti gli attori... Vista la situazione, far ripartire la squadra e far crescere Mattiacci sarebbe stato troppo. Era cosa dovuta il cambio, Maurizio farà un grande lavoro, ne sono sicuro».

Cosa teme di più?

«La partenza. Perché siamo in ritardo e iniziamo con un'auto, quella del 2015, frutto delle scelte di altri... Scelte che non condivido. Sarà un anno difficile».

Quali scelte?

«Per esempio quella di dividere i gruppi di lavoro sul progetto 2014 e sul 2015. Risultato: per recuperare il ritardo sul 2014, hanno trascurato l'auto nuova. Ora il ritardo ce lo porteremo dietro lungo la stagione».

Era a Ginevra allo Strategy Group.

«Abbiamo fatto un grande passo in avanti grazie all'accordo di utilizzare i gettoni di sviluppo diluiti nella stagione e non tutti prima dell'inizio del campionato».

Quanto tempo vi serve per recuperare?

«Il 2015 sarà un anno di sola ricostruzione»:

Vittorie?

«Se ne vinciamo due», interviene Arrivabene, «è un successo. Se sono tre è un trionfo...». «... E se sono quattro», riprende il discorso Marchionne, «andiamo in paradiso».

Non sono arrivati tecnici famosi, i Brawn e Newey...

«E non arriveranno. Opzione chiusa».

Sono stati promossi i vice sia dei motori che del telaio (Binotto e Resta). Non crede possa essere un problema?

«Ho la convinzione che se togli i capi liberi le energie dei vice che spesso restano troppo soffocati. Nell'ambito della discontinuità ora avranno lo spazio per liberare le loro capacità».

Si aspettava di dover cambiare così tanto?

«Sì».

Raikkonen sotto esame?

«È un campione del mondo».

Siparietto su Arrivabene. Il team principal ai presenti: «Mi chiamavate sempre Maurizio e ora invece per cognome». E Marchionne: «No, non Maurizio, per la Ferrari mi piace Arrivabene».

Le regole della F1?

«Da cambiare, bisogna avvicinarsi di più alla gente, ai giovani... E poi le avete lette? Sembrano scritte da quattro ubriachi al bar».

Ha posto il veto a Montezemolo nel F1 Group.

«In quel consiglio non ci sono ruoli operativi, solo a.d. e presidente. L'a.d. è Ecclestone. La Ferrari si può opporre in condizioni precise solamente a quella nomina. Ma non lo ha fatto. Quanto a Montezemolo, non c'è stata la proposta, ma se ci fosse stata la Ferrari si sarebbe opposta. Avremmo avuto problemi con le altre squadre. Non si capisce perché si doveva proprio scegliere uno che era stato in Ferrari per 23 anni. Sarebbe mancato fair play. È come se io andassi un giorno a fare il presidente della Volkswagen. A suo tempo mi sarei opposto anche alla nomina di Jean Todt alla Fia per gli stessi motivi. Queste cose non si fanno».

Discontinuità con Montezemolo su tutto, tranne sul desiderio di riavvicinare il pubblico alla F1.

«Non cercate di polemizzare. Ho sempre riconosciuto l'abilità gestionale di Luca, ma il mondo è cambiato e bisogna voltare pagina».

Con la FCA e l'Alfa da rilanciare, come farà a seguire la Ferrari?

«Dormirò meno, per davvero».

La 24 Ore di Le Mans?

«Sì, ma non nel 2015».

E piloti italiani?

«L'italianità è una cosa carina, ma non essenziale. Ferrari ha lunga tradizione internazionale».

Alonso dice che avete il budget più alto.

«Vi assicuro che non è così. Ma è anche vero che ci sono team con risorse minori che hanno fatto molto meglio di noi».

Difficile spiegare a Vettel che Ferrari si ritroverà?

«No, la vedeva ogni week end in circuito... La sua grande scommessa, sua e nostra e dei tantissimi fan, è che nel 2015 si comincerà a far vedere la ricostruzione della squadra...

Abbiamo preso troppe sberle».

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