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Formula 1, Senna e Ratzenberger: 25 anni fa la tragedia

Venticinque anni sono passati da quel terribile weekend di Imola: probabilmente la pagina più nera mai stata scritta nella Formula 1 moderna

Formula 1, Senna e Ratzenberger: 25 anni fa la tragedia

Ayrton Senna e Roland Ratzenberger morivano venticinque anni fa nel XIV Gran Premio di San Marino 1994: uno dei peggiori weekend che la storia della Formula 1 ricordi dalla nascita, avvenuta nel 1950.

Una gara nata male e finita in tragedia: dal venerdì alla domenica, ogni giorno presentò un palese fallo nella sicurezza, senza che qualcuno si decidesse a dire “basta”. Il venerdì, l’avvertimento: durante le prove libere, Rubens Barrichello al volante della sua Jordan vola letteralmente sulle gomme di bordopista alla Variante Bassa e finisce contro le reti di protezione.

Uno spavento incredibile, la monoposto si ribalta alcune volte prima di finire la sua corsa nella via di fuga: Barrichello fu estratto esanime, per essere rianimato sul posto e successivamente trasporto in ospedale. Intervistato anni dopo, dichiarò di non ricordare nulla dell’incidente e del mese successivo a quel terribile momento: primo fra tutti, quello di aver portato in spalla la bara dell’amico Ayrton. Tale era stato lo choc.

Sabato 30 aprile 1994, la prima disgrazia: in diretta televisiva, il fresco pilota di Formula 1 Roland Ratzenberger si schianta nella curva dedicata a Gilles Villeneuve, a oltre 300 km/h, probabilmente a causa di un danno all’alettone anteriore della sua Simtek.

La situazione appare disperata fin da subito: bandiera rossa, sessione interrotta e il volo in ospedale. Per il pilota austriaco però, non c’è nulla da fare e ne verrà dichiarato il decesso già durante il tragitto.

Il paddock è sconvolto: con la relativa tranquillità che le celle di sicurezza delle monoposto garantivano, l’accaduto arriva come una doccia fredda, soprattutto visto il precedente di Barrichello.

Ma non è ancora sufficiente: lo spettacolo deve comunque andare avanti.

Il pilota brasiliano, preoccupato dalle condizioni della pista, aveva voluto sincerarsi di persona delle condizioni del tracciato: a costo di una sanzione da parte della FIA, era salito su una vettura dell’organizzazione, e personalmente si era recato sul luogo dell’impatto di Ratzenberger a prove concluse.

Così nell’incredulità generale si riprende e il giorno successivo rimane a programma il Gran Premio di San Marino. Senna parte in pole position, alle sue spalle Michael Schumacher e Gerhard Berger.

Quel maledetto primo maggio 1994 inizia continuando sulla scia di come si era instaurato il weekend: alla partenza la Benetton di Lehto in quinta posizione non parte, così la Lotus di Pedro Lamy non riesce a scartarla e l’impatto diventa inevitabile.

Fortunatamente nessuno dei due piloti riporta gravi ferite, ma i detriti volano ovunque oltre le barriere, arrivando al pubblico: nove persone colpite, in quello che ormai era diventato un bollettino di guerra più che un Gran Premio.

Al settimo giro, infine, l’ultima grande tragedia: la Williams di Senna entra nella curva del Tamburello a circa 310km/h. In quel momento, il piantone dello sterzo della sua monoposto cede alle sollecitazioni rendendola di fatto ingovernabile. Il campione brasiliano frena, rallenta di circa cento chilometri orari, ma lo spazio prima delle barriere è troppo risicato: impatta frontalmente, poi la Williams viene sbalzata all’indietro di oltre cinquanta metri.

Il resto, sono le immagini impresse nella memoria di chi ha vissuto in diretta quel momento, nell’affanno dei soccorsi disperati e nella disperazione del sapere a chi si stava dicendo addio.

Una leggenda che vive a distanza di venticinque anni, nel ricordo un campione dello sport e della vita. Ancora oggi, la sua figura unita a quella di molte persone serve ad aiutare i giovani brasiliani nell’Instituto Ayrton Senna: “Non potrai mai cambiare il mondo da solo. Però puoi dare il tuo contributo per cambiarne un pezzetto. Quello che faccio davvero io per la povertà non lo dirò mai.

La F1 è ben misera cosa in confronto a questa tragedia”.

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