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La gogna è vietata ma la Samp si umilia davanti agli ultrà. E Zenga ha 7 giorni

Il futuro dell'allenatore è già in bilico. Ferrero: "Voglio vedere una reazione nella partita in Serbia altrimenti potrebbero esserci clamorose rivoluzioni"

La gogna è vietata ma la Samp si umilia davanti agli ultrà. E Zenga ha 7 giorni

Il poker incassato all'Olimpico di Torino dal Vojovidina ha un effetto ben più grave della sicura eliminazione europea. Così come fa male assistere alla prima «gogna» stagionale, con Walter Zenga e i giocatori della Sampdoria che si umiliano sotto la curva dei tifosi dopo il pesante ko. Un rito tutto italiano non solo condannabile, ma secondo le nuove norme addirittura vietata dal regolamento recentemente varato dalla Federcalcio.

Vedere un allenatore che di fronte ai tifosi dice: «Io sono qua, è tutta colpa mia» è il simbolo di un rapporto sempre malato tra calcio e tifo. Squadre, giocatori e tecnici devono impegnarsi e dare il massimo, ma di fatto devono rendere conto del proprio impegno al club e solo in termini accettabili ai tifosi, senza però farsi umiliare.

Lo 0-4 con cui la Sampdoria ha bagnato il proprio debutto stagionale è piaciuto poco al patron Ferrero che dopo un mini-vertice notturno allo stadio di Torino con Osti e Romei, i suoi stretti collaboratori, ha dato in pratica i sette giorni a Walter Zenga, rinviando ogni decisione sulla panchina a dopo la gara di Novi Sad del 6 agosto. «C'è un progetto, un percorso da seguire, abbiamo giocato solo una partita. Non trovo una giustificazione a quello che è accaduto, ma chissà che Boskov ci faccia un miracolo…», così Ferrero a caldo nella pancia dell'Olimpico. Il ko netto e inaspettato, dopo un mese intero di preparazione finalizzato soltanto alla doppia sfida del terzo preliminare di Europa League, ha portato un'atmosfera pesantissima nello spogliatoio.

Ieri il patron ha incontrato la squadra e il tecnico, il cui futuro è già in bilico. «Voglio vedere una reazione nella partita in Serbia altrimenti potrebbero esserci clamorose rivoluzioni - il messaggio del patron -. Ora basta seghe, devono giocare a pallone. Se ci sarà bisogno di innesti li farò, perché io sono qui per vincere, ma voglio che questi ragazzi cambino mentalità. Contro il Vojvodina l'unico nemico vero della Samp è stata la Samp». E intanto dalle parti di Bogliasco si riaffaccia il fantasma di Antonio Cassano, il cui arrivo è osteggiato dal tecnico, ora però in posizione più debole nei confronti della proprietà.

Più facile forse che a Genova arrivi l'attaccante dell'Atalanta Denis mentre il greco Samaras sta per vestire il blucerchiato.

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