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Infrastrutture connesse e strade groviera

di Pierluigi Bonora

Giro di boa del 2016 con novità e aspettative, problemi vecchi e idee da concretizzare. Partiamo dal mercato: il primo semestre si è chiuso, per l'Italia, con una crescita del 19,2%, la più forte rispetto a Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Tra i big, dunque, è l'Italia per una volta a guidare. E qui non posso che dare ragione al presidente del Centro studi Promotor, Gian Primo Quagliano, quando sostiene che «nonostante i buoni propositi e le speranze di molti, alternative concrete all'automobile non se ne vedono; anzi, il futuro sembra essere sempre più dell'automobile in Italia, in Europa e nel mondo in virtù dello sviluppo della guida autonoma e dell'obiettivo zero morti e zero incidenti sulle strade». Quagliano ha una visione ottimistica, anche se il problema centrale resta quello dell'adeguamento delle infrastrutture in generale, partendo da quelle di nuova realizzazione o in essere, allo scopo di accelerare la prospettiva di azzerare incidenti e vittime. Ci vorranno anni, ma prima o poi ci si arriverà. Come al solito, l'automotive si muove a velocità supersonica e senza intralci burocratici: quello che è deliberato si fa. Se fosse così anche per i processi decisionali, il mondo avrebbe fatto bingo. E invece i problemi restano quelli delle vergognose strade a groviera, della segnaletica che inganna e di tante altre anomalie. Come si pensa di automatizzare e connettere buona parte delle infrastrutture se si fatica a chiudere i buchi sulle strade? Non è l'unico vecchio e irrisolto problema. Anfia, che raggruppa la filiera italiana, ne ha di recente riproposto un altro, guarda caso, fiscale: la crescita costante del prelievo applicato sugli autoveicoli in Italia. Lo scorso anno sono entrati nelle casse dello Stato 71,9 miliardi (+0,5% sul 2014). Il settore, come si evince, pur restando centrale per l'Erario, non beneficia dell'attenzione che meriterebbe. Fa comunque piacere che Unrae, attraverso il presidente Massimo Nordio, abbia deciso di proporre un'idea che ricalca quella, lanciata tempo fa da #FORUMAutoMotive, di creare un soggetto che rappresenti le istanze del mondo dell'auto, in questo momento orientate allo sviluppo di una mobilità sostenibile, connessa e a impatto zero su persone e ambiente. Il soggetto, una figura super partes battezzata da Unrae, Mobility champion, dovrà creare consenso, aggregare, armonizzare e coordinare tutti gli attori coinvolti. Il compito è arduo, viste le divisioni nella filiera, ma non impossibile. Importante è partire, anche se (e forse meglio) in pochi.

Ma nell'interesse di tutti.

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