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Italiano il primo dopato, Paolini positivo alla coca

Tour de France, non solo i guai di Nibali, ora arriva l'espulsione del veterano. Primo caso alla corsa francese dopo due anni

Italiano il primo dopato, Paolini positivo alla coca

In sette tappe nessuna vittoria e nemmeno un corridore in fuga. Poi la notizia, ieri sera, dopo la tappa di Fourgères vinta in volata da Mark Cavendish: Luca Paolini, positivo alla cocaina. L'ennesima mazzata per il nostro movimento, che in questi anni ha dovuto passare mille e più scandali e da qualche anno aveva rialzato la testa con vigore, sia per un giro di vite potente in materia di antidoping, ma anche per le imprese sportive targate Vincenzo Nibali.

La notizia scuote il mondo del ciclismo e fa il giro del globo terracqueo in un battibaleno. Luca Paolini, 38 anni, punto di riferimento del Team Katusha, la formazione russa capitanata da Joaquin Rodriguez, è risultato positivo alla cocaina durante un controllo effettuato al Tour. Il corridore milanese è stato controllato lo scorso 7 luglio. A rendere nota questa positività è la stessa Uci, il governo mondiale della bicicletta, con una nota ufficiale. Il milanese da anni trasferitosi nel comasco quest'anno vincitore della Gand-Wevelgem anche ieri si era reso protagonista nel finale di corsa per pilotare come sempre Alexander Kristoff. Il corridore è stato sospeso e adesso ha il diritto di chiedere le controanalisi sul campione B.

Erano due anni che al Tour non veniva trovato con le mani nella marmellata un corridore, con questo nuovo caso l'Italia torna a far parlare di sè nel peggior modo possibile. Gli sportivi d'Italia attendevano lo scatto di Vincenzo, una progressione di Oss o Quinziato, un colpo ad effetto di Matteo Trentin, invece eccoci qui a raccontare nuovamente di un caso doping che va a macchiare nuovamente la nostra bandiera e ci getta nello sconforto più profondo.

Luca Paolini non è un corridore qualsiasi, ma un atleta che più e più volte era stato preso a modello per il suo modo di intendere e interpretare il ciclismo. Davide Cassani, ct azzurro, l'ha sempre considerato punto centrale del suo progetto. Non è un mistero che il 38enne corridore comasco avesse già dato addio alla maglia azzurra: «non ho più l'età, spazio ai giovani…», ma Cassani stava proprio in questo periodo facendo di tutto per dissuaderlo dalla decisione presa e farlo tornare sui suoi passi. «Sono senza parole - ci dice Davide Cassani raggiunto telefonicamente -. È un mazzata tremenda, e la cosa che più mi avvilisce è che non riesco a darmi una spiegazione. Sono avvilito».

Nel recente passato storie di cocaina ce ne sono state parecchie, anche perché è una droga sociale, alla quale tanti ragazzi - e di conseguenza tanti corridori - fanno ricorso. Pantani ne è morto. Così come Valentino Fois. Problemi di dipendenza ce li ha avuti anche Mattia Gavazzi, figlio di Pierino, e al Giro d'Italia fu trovato positivo alla cocaina (le famose caramelle della zia) Gilberto Simoni.

Ma di questa assurda positività, che scuote il Tour e il ciclismo italiano e vede protagonista un atleta di grande sperienza, l'unico che davvero può dare una spiegazione è Luca Paolini, che per il momento ha spento il cellulare.

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