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Italnuoto giù dal podio. E la staffetta mista specchio di una crisi

Un anno fa terzi nel medagliere, ora decimi. Nella specialità simbolo da campioni a non qualificati

Italnuoto giù dal podio. E la staffetta mista specchio di una crisi

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Benedetta Pilato dà una scossa azzurra alla Nazionale di nuoto. Ma il suo bronzo nei 50 rana, alle spalle della lituana Ruta Meilutyte che le ha sfilato il record del mondo e dell'americana Lily King, non basta per salvare la spedizione italiana a Fukuoka. La verità è che ci siamo abituati troppo bene. Dopo il Mondiale dello scorso anno di Budapest dove vincemmo cinque ori soltanto in corsia, ci aspettavamo di più da quest'Italia che è tornata sulla terra. «C'è stato un passo falso che ci deve servire da lezione per crescere ancora di più», la sintesi del commissario tecnico Cesare Butini, che ha masticato amaro per l'eliminazione nell'ultima giornata della 4x100 mista uomini campione del mondo e d'Europa nonché bronzo olimpico rimasta clamorosamente fuori dalla finale. «Dispiace per i ragazzi, per la staffetta, per quello che rappresentiamo», ha sottolineato il delfinista Piero Codia, uno dei quattro frazionisti. «Volevamo difendere il titolo mondiale dello scorso anno. Questa controprestazione è un qualcosa di pesante - commenta il ranista Nicolò Martinenghi -. Avremo da riflettere. Mi dispiace molto perché pensavo fosse una gara in cui potevamo andare sul podio. Ci potevamo giocare almeno il terzo posto, senza problemi. Ce la siamo meritata questa esclusione».

Lo stesso Martinenghi, d'argento nei 100 rana in cui però difendeva l'oro, ha provato a dare una spiegazione a questi risultati azzurri al di sotto delle aspettative. «Si è raccolto meno? Giustamente le critiche vengono fuori e rispecchiano la realtà. Non abbiamo rispettato i canoni dello scorso anno. Ma se si fa un paragone con diversi anni fa, questo sarebbe stato un gran Mondiale. Sicuramente è mancata un po' di motivazione, di cattiveria, quella che ci contraddistingue di solito in gara in campo internazionale. Il fatto che la staffetta non sia andata in finale può sembrare un caso, ma non lo è. È frutto di un movimento che quest'anno ha fatto più fatica degli scorsi anni. Ma abbiamo la fortuna di poter rifarci tra poco, ai Mondiali di Doha a gennaio».

Dal terzo posto nel medagliere di Budapest dello scorso anno sia in vasca (5 ori, 2 argenti e 2 bronzi) sia complessivo delle cinque discipline acquatiche (9, 7, 6), l'Italia è scesa a Fukuoka al decimo posto (1 oro, 4 argenti e 1 bronzo) e all'ottavo (2, 7 e 5). Non solo: i due ori vinti in Giappone, quelli nella staffetta mista di fondo e nei 50 farfalla con Thomas Ceccon (ieri solo 5° nei 50 dorso), sono arrivati da specialità non olimpiche: di certo non un bel segnale in vista dei Giochi del prossimo anno. «È stato un campionato mondiale di altissima qualità e c'era da aspettarselo visto che siamo in un anno preolimpico - spiega Butini -. Abbiamo visto nazioni con grande tradizione del nuoto avere un'accelerazione importante in vista dell'Olimpiade.

Noi dobbiamo fare in modo di arrivare pronti a questo appuntamento».

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