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Jannik dica di no al Festival di Sanremo. È come vincere l'Open

Non posso dire di conoscerLa. Ma credo di conoscere abbastanza bene avendoci a che fare per dovere professionale il mondo dello spettacolo

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Gentile Jannik Sinner, mi permetta di darLe del Lei. Chi scrive ha cominciato a seguire le Sue imprese troppo tardi - quando ormai era molto facile schierarsi dalla Sua parte - per prendersi la confidenza del «tu». Non posso dire di conoscerLa. Ma credo di conoscere abbastanza bene avendoci a che fare per dovere professionale il mondo dello spettacolo. E mi permetto quindi di darLe un consiglio. Non ci vada a Sanremo. Stia a casa. Giochi alla playstation, come piace a Lei. Si riveda uno dei suoi match. E se davvero ci tiene, il festival lo guardi dal divano. Non si faccia incantare da lustrini e dal pubblico pop. Sono più letali della profondità di palla di Daniil Medvedev. Lei, Sinner, è stato perfetto quando, appena sono cominciate a girare le voci di una Sua ospitata a Sanremo, ha detto che «Conoscendomi, non ci andrei. Canto malissimo, ballo peggio: sono negato. Lasciamo perdere! Devo giocare a tennis, io». Ecco! Bravo! Poi però Amadeus, noioso come il più monotono dei giochi da fondo campo, ieri l'ha invitata ufficialmente. «Vieni vieni, sarà bellissimo, non devi fare niente», «Devi prenderti la standing ovation!», «Che Sorpresa!», «People from Ibiza», «Abbracciamoci tutti sul palco e poi un minuto di pubblicità...». Non ci caschi, Sinner. La preghiamo da Suoi tifosi devoti. Amadeus è capace di fregare tutti, pure Fiorello, un siciliano. Figurarsi Lei, che viene dall'Alto Adige. Comincerà a fare pressione sugli sponsor, poi a chiamarLa ininterrottamente da qui a martedì prossimo per averLa all'Ariston. Ma Lei dica «No», inventi una scusa, faccia finta di nulla. Ci pensi: Lei sarebbe il primo italiano a dire NO al festival. Altro che il primo a vincere gli Australian Open. Ma nemmeno il Grande Slam! Lei ha soltanto 22 anni. I migliori Jannik della nostra vita. Ha tutto il tempo per finire in uno stacco fra BigMama e il tg della notte... Per fare cosa poi? Un palleggio in diretta sul palco come un Djokovic qualunque? Un monologo sulla superiorità degli sport al maschile? Una gag con Marco Mengoni? Si fidi di noi, dica «No». Ciò che Lei ha fatto bene, nessuno lo ha fatto meglio. Né lo farà mai. Non rovini tutto. E pensi alla fine che hanno fatto i tennisti che in passato hanno ceduto alle luci sanremesi. Lei è un campione, un fenomeno. Non un influencer. Abbiamo saputo che ha annullato il torneo Atp di Marsiglia, che cade proprio nei giorni del festival. Non è, gentile Jannik, che ci sta pensando davvero? Sappiamo che Lei è un bravo ragazzo, e quindi speriamo di no.

Ma conosciamo Amadeus, e purtroppo temiamo di sì.

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