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Kovacic e Shaqiri Inter dai piedi buoni Il Mancio ci crede

"Siamo nel gruppo che insegue, non possiamo forare". Via M'Vila. E su Osvaldo: "Gli troveremo una sistemazione..."

Il fantasista elvetico Shaqiri, oggetto del desiderio della Juve di Allegri
Il fantasista elvetico Shaqiri, oggetto del desiderio della Juve di Allegri

nostro inviato ad Appiano G. - C'è fuorigioco e fuorigioco. Per esempio, l'Inter rischia di andare in fuorigioco se non mette a frutto quel che le offre il calendario da qui alla fine di febbraio: partite difficili (così si dice sempre nella nostra serie A) ma tutte sbrogliabili se la qualità saprà andare al potere. Sintesi di Mancini: «Siamo nel gruppo di dietro e non possiamo forare, è importante tenere unito il gruppo e fare punti».

Poi ci sono i fuorigioco che fanno infuriare le sue avversarie, basti pensare a Napoli-Juve. E all'Inter non resta che sorridere, perchè ne prova vantaggio. A Torino stava perdendo ed ha recuperato un rigenerante pari. Napoli e Roma, invece, sono andate fuori di testa per quei gol un po' viziatelli che hanno scritto la sconfitta. La differenza vale il buon ricordo per il futuro e per rivedere la cima della corsa al terzo posto.

Il gioco del fuorigioco è il più in voga del momento. Fa trend: in questo week end Lazio e Napoli rischiano di mandarsi vicendevolmente in un momentaneo fuorigioco, dietro c'è il gruppo. E l'Inter in caccia. E se sul campo, dice Mancini per stringere sui contributi al problema, «il fuorigioco è fuorigioco», invece in classifica è tutto un gioco a saliscendi. L'Inter ne sa qualcosa e quante occasioni ha sprecato, ma ora (ancora forse) ha aperto le ali. «Vedo che va sempre meglio, la squadra ci crede e questo mi fa ben sperare. Poi stava dando meno di quello che poteva, ho sensazioni positive». Oggi sarà dura, e Mancini ha rispolverato la frase ad effetto pre Juve. «Serve una gara quasi perfetta, l'Empoli è ottima squadra, gioca bene». Dunque? Non farsi mettere in fuorigioco: è passato un mese dall'ultimo successo in trasferta. Meglio ripartire. Che poi la Juve sia stata alleato prezioso, in queste settimane, fa parte dei ghiribizzi del pallone. Ma dopo le accuse di Juan Jesus a Chiellini tornerà il freddo. Il brasiliano, che si è visto respingere il ricorso per tre giornate di squalifica, ha scritto su Facebook il suo j'accuse contro Chiellini «pessimo esempio di sportività, il mio colpo era involontario, triste vederlo chiedere una squalifica. Gesto peggiore di una gomitata vera». Scritto in buon italiano, non pareva seme della sua mano. Potevano consigliarlo meglio.

Entrano in gioco i piedi buoni. Shaqiri sarà certamente in campo. «Ma non giocherà una partita intera», ha spiegato Mancio lasciando il dubbio tra panca e titolarità. Poi piedi buoni a rotazione: Podolski e Palacio subito. Kovacic («Ha dato ancora poco per la sua qualità. Migliora di giorno in giorno») in alternativa a Hernanes. Icardi per tutti. In questi giorni spesso provata l'alternativa al centro dell'attacco fra i due argentini. Il puzzle si comporrà nel tempo. Mario Suarez è dato in arrivo, eppoi Mancini potrebbe ritrovarsi con una squadra che non potrà giocarsela, per qualità, con la rosa che trovò nel primo anno morattiano, ma riproporrà alcune costanti nel tipo di giocatori.

Ieri sono andati definitivamente fuorigioco M'Vila e Osvaldo. Praticamente risolto consensualmente il prestito del francese, che tornerà al Rubin Kazan. Invece l'altro attende destinazione: lo cerca anche il Parma. L'allenatore lo ha salutato così: «Speriamo di trovargli la miglior sistemazione». Sottintendendo che, all'Inter, non c'è posto. Non c'è stata solo la sceneggiata sul campo a complicare il rapporto. «Sono cose di famiglia». E si intendeva famiglia calcistica. Che poi i due siano giocatori in prestito, con poco interesse per la società, è altro affare.

Nella famiglia calcistica ha acquisito punti Vidic che, oggi, potrebbe tornare a far coppia con Andreolli e Ranocchia a studiare dalla panchina. Gli scarabocchi della difesa continuano ad esser da fuorigioco dal giro Champions: difficile trasformare le zucche in cocchio.

Però mai dire mai.

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