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Lodetti: "Crisi del Milan? Serve gente forte. E per lo scudetto vi dico: occhio all'Inter..."

In un'intervista a Il Giornale.it, l'ex bandiera rossonera Giovanni Lodetti si dice preoccupato per la crisi del Milan: "C'è un po' di confusione, tanti giovani e poche certezze. Juve meno forte del solito, ma l'Inter è una sorpresa. E su San Siro..."

Lodetti: "Crisi del Milan? Serve gente forte. E per lo scudetto vi dico: occhio all'Inter..."

"Nel Milan noto un po' di confusione. Si prendono tanti giocatori, ma non quelli che decidono la forza della squadra. Ma forse si poteva tenere Gattuso. La Juventus è meno forte rispetto agli ultimi anni, mentre non mi aspettavo un'Inter così competitiva". Giovanni Lodetti, bandiera rossonera negli anni Sessanta, parla a ruota libera del calcio italiano e dei principali temi di attualità. Lo fa con la solita, proverbiale onestà intellettuale, malgrado il folle amore che ancora oggi lo lega al Milan, la squadra della sua vita con cui ha vinto 2 Coppe dei Campioni, 2 Scudetti e la Coppa Intercontinentale del 1969, sputando sangue (e prendendo calci) nella storica "Battaglia della Bombonera".

Lodetti, cosa succede ai rossoneri?

"C'è un po' di confusione. Può darsi che mi sbaglio, ma il momento negativo è dovuto al discorso della campagna acquisti. Vedo che si prendono tanti giocatori, ma non quelli che decidono realmente la forza della squadra. La società ha comprato centrocampisti e attaccanti importanti, ma giovani. Per vincere subito serve gente forte, ma non mi sembra questa l'intenzione del club. Servirebbero giocatori già pronti e di esperienza".

Cambiano gli allenatori, ma i risultati sono sempre gli stessi. Di chi è la colpa?

"Come dicevo prima, l'allenatore paga per tutti. E non è giusto. Se la squadra non è competitiva, cosa può farci chi sta in panchina? Purtroppo, ripeto, la squadra non è competitiva. Il Milan non può accettare questa classifica. E succede da anni. Dopo l'addio del dottor Berlusconi, abbiamo avuto molte esperienze negative. Torno ancora all'ultimo mercato estivo. Credo si potesse fare qualcosa di meglio: e invece si è preferito acquistare giocatori incapaci di cambiare pelle alla squadra".

Un errore mandare via Gattuso?

"Per me sì: io l'avrei confermato".

E Giampaolo?

Il suo ingaggio, forse, è stato un azzardo. Ma il problema è un altro: i grandi allenatori vogliono ancora venire da noi? Un tempo eravamo l'aspirazione di tutti, ora sono anni che siamo in difficoltà e i giocatori importanti preferiscono andare in Inghilterra o da altre parti. E questo, chiaramente, non ci aiuta. I giovani hanno bisogno di tre-quattro anni per rendere al massimo. I tifosi hanno la pazienza di aspettare tutto questo tempo?".

Spesso, però, il Milan viene condannato dagli episodi...

"Attenzione. Spesso l'episodio non è dovuto alla sfortuna. Te lo vai anche a cercare perché magari, nel momento decisivo, viene a mancare il giocatore. Faccio un esempio. Il gol che prendiamo con la Lazio, segnato da Correa, lo prendiamo perché siamo sbilanciati in avanti. Hai pareggiato e sei in difficoltà? Prenditi il pari e difendilo. Non andare allo sbaraglio...".

C'è ancora tempo per invertire la rotta?

"Di tempo ce n'è, ma se si vuole raggiungere l'obiettivo (la qualificazione in Champions League, ndr) serve infilare un filotto di vittorie consecutive. Ma non è facile. Anche perché nella lotta si inseriscono anche squadre a sorpresa come il Cagliari. Il Milan vinca un po' di partite di fila. Solo allora si potrà tornare a parlare di Europa".

Lotta Scudetto. Juve e Inter: chi la spunterà?

"Non mi aspettavo un'Inter così. Ma a colpirmi di più è la Juventus: vince sempre, ma mi convince un filo meno degli altri anni. Non so se sta pensando alla Champions... Vince perché ha dei fuoriclasse come Dybala, vedi il gol che ha fatto contro il Milan, però gioca meno bene. Di conseguenza l'Inter, che ha un allenatore bravissimo a tenere in riga i calciatori, può darle molto fastidio".

Ma la Vecchia Signora non ha ancora avuto il migliore Cr7...

"Ho visto la sua reazione contro Sarri. Ronaldo non è abituato ad essere sostituito, ma credo che il grande giocatore debba essere da esempio in positivo agli altri. Non perché viene sostituito, questo crea qualcosa che non va bene. Il portoghese non è un calciatore normale, ma deve imparare a mettersi a disposizione della squadra".

Come stanno facendo i giocatori del Cagliari. Le ricorda quello di Riva?

Non esageriamo. Quel Cagliari non aveva solo Gigi, ma tanti altri calciatori di valore. Potrebbe anche fare le stesse cose... Se ci fosse Riva (ride, ndr). A parte gli scherzi, in questo momento il Cagliari gioca benissimo e merita la classifica che ha".

Ultima domanda. Pare che lo stadio di San Siro non sarà demolito: sospiro di sollievo?

"Certo. Mi sono sempre battuto per salvarlo. Il fatto di voler fare uno stadio all'avanguardia mi sembra una cosa bella. Lo fanno nelle altre città e nelle altre nazioni. Ma per me, come ho già detto in passato (clicca qui per l'intervista, ndr), è un'istituzione. Ci sono delle situazioni negative? Mettiamole a posto.

A patto di non toccare San Siro".

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