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Maranello ha le sue colpe, ma deve ribellarsi

Maranello ha le sue colpe, ma deve ribellarsi

Il fatto che il maltempo e le strategie abbiano sensibilmente disturbato l'eccezionale, quanto discutibile, prova del binomio Ricciardo-Rbr, non toglie apprensione per il modo con cui la svolta tecnico-motoristica sia avvenuta, in un Gp di Monaco a tinte fosche. Infatti, è doveroso rammentare che il livello tecnico della Rbr, nonostante la versione TH del V6 Renault, si è collocato, in questa stagione, nell'area dello 0,5-0,8% di distacco dalla pole, con la migliore riuscita in Cina e con la seconda quota in Spagna, ormai alla vigilia del mutamento. Ma, nelle prove restanti, la posizione è stata compresa fra il 2% e l'1,5%, così da far comprendere come il salto al vertice non sia stato tecnicamente plausibile, se non con le trasgressioni che il grande Argentier ordina di commettere e che, dall'inizio del 2015 ad oggi, hanno visto salire da 103 kg/h (30 CV sopra il limite regolamentare di 100 kg/h) a oltre 115 kg/h la portata-benzina, pari a 150 cavalli d'incremento.

Questo è lo scandalo, perché nel regolamento tecnico non è stato assolutamente ritoccato l'articolo 5.1.4. Poi, nessuna meraviglia se le migliori prestazioni nelle prove selvagge, dove più nessuno rispetta i 100 kg/h di portata, o rubinetto della potenza, non vengano ripetute in gara, dove bisogna consumare 100 kg di carburante a gran premio.

E non si capisce come la Ferrari non reagisca, con una autentica rivoluzione contro il potere sportivo, dopo una revisione interna, che pone sotto accusa il direttore tecnico e lo stratega, nuovamente responsabili d'insuccesso nel Principato.

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