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Marchisio, rottura del crociato

Domani l'intervento, stagione finita. Conte nei guai per il centrocampo agli Europei

Marchisio, rottura del crociato

«Questi sono i rischi del nostro mestiere. Ho forza e tanta voglia di tornare bene e il prima possibile. Intanto dentro di me la gioia è grandissima per questa vittoria . Sempre più vicini al grande obiettivo!. Bravi ragazzi, fino alla fine, non molliamo mai». Firmato Claudio Marchisio, pochi istanti dopo essere rientrato a casa.

Era trascorso meno di un quarto d'ora. Palla innocua sulla trequarti bianconera. Marchisio la approccia senza particolare cattiveria e altrettanto fa Vazquez. Sono attimi che cambiano la stagione. La sensazione del numero otto bianconero è subito negativa, si agita, lacrime, il braccio sbattuto per terra. Barella, espressione più che dolorante e Stadium raggelato. Una giornata di festa rovinata. E anche il finale di stagione. Nazionale compresa, certo. Perché dopo pochi minuti si è fatta strada la possibilità che non si trattasse di una normale distorsione, ma addirittura della rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro. Nel frattempo, le immagini televisive non rasserenavano per nulla: torsione innaturale dell'arto e preoccupazione crescente. Il labiale di Buffon, ripreso dalle telecamere, lasciava poco spazio all'ottimismo: «Porca pu», ripetuto due volte. Poi, il trasporto al Cto, esami, inevitabili. Da ripetere, anche. Sperando che arrivi la buona novella, come già accaduto poco più di un anno fa, quando, in nazionale, Marchisio era parso vittima di un infortunio grave al ginocchio destro: erano già cominciate le polemiche sulle conseguenze che procurano le nazionali (con battibecco a distanza tra John Elkann e il ct Conte), quando incredibilmente gli allarmi erano rientrati. Nessuna lesione e in campo pressoché subito. Altra storia. Purtroppo. Per la Juve e per l'Italia. «Rottura del crociato, starà fuori parecchio - la conferma di Allegri -. Perdiamo un giocatore importantissimo». Domani il calciatore sarà sottoposto a intervento chirurgico, niente Europei.

«La dedica del successo va a Marchisio», le prime parole di Cuadrado. Tutti stretti intorno al Principino, uomo chiave dell'evoluzione di tutta la Juventus: linearità di gioco incredibile e capacità di tenere unita la squadra. Regista moderno, capace, con Khedira e Pogba, di formare un centrocampo di quantità e qualità, con quei tre in campo la Juve non ha mai perso.

E non è un caso che allo stesso Marchisio pure Conte intendesse affidare le chiavi del centrocampo azzurro agli Europei.

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