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Matuidi: «La Juve era nel mio destino. Mi ha convinto Deschamps»

Arrivato alla Juve con un anno di ritardo, vista la corte dell'estate scorsa. "Si vede che era nel mio destino giocare fuori dalla Francia per la prima volta a quasi trent'anni"

Matuidi: «La Juve era nel mio destino. Mi ha convinto Deschamps»

"Meglio tardi che mai». Lo ripete almeno un paio di volte, Blaise Matuidi. Arrivato alla Juve con un anno di ritardo, vista la corte dell'estate scorsa. «Si vede che era nel mio destino giocare fuori dalla Francia per la prima volta a quasi trent'anni. Deschamps? Mi ha raccontato tante cose della Juve. Avevo già deciso di cambiare ma, confrontandomi con lui, ho avuto ulteriori conferme sulla bontà della mia scelta. Per di più, siamo nell'anno che porterà ai Mondiali». Non sentendosi più una prima scelta al Psg Matuidi ha deciso di traslocare a Torino, «onorato di essere arrivato in una squadra che è abituata a vincere. La Champions? Tutti sognano di vincerla, ma non è una cosa che si può fare dall'oggi al domani. Le squadre ottime sono tante, noi facciamo parte di questo gruppo: la serie A sarà il nostro pane quotidiano che ci permetterà di essere veri pretendenti anche per la coppa. Vincere, poi, dipenderà da tanti fattori: noi comunque siamo pronti a provarci». Con il n°14 sulla schiena (lo stesso di Deschamps, «ma è solo una coincidenza») e una sfida «assolutamente da vincere, portando il mio mattoncino e adattandomi a quello che mi sarà chiesto». Nessun dubbio. Nemmeno dopo avere sentito Dani Alves che, appena sbarcato a Parigi, aveva esaltato l'ordine e l'ambizione del Psg rispetto a quella bianconera: «In realtà mi ha parlato solo bene della Juve. Non sono deluso dal fatto di non poter giocare con Neymar e magari Mbappé: sono alla Juve, orgoglioso e basta». Alla Juve vorrebbe arrivare Spinazzola, al cui proposito Marotta dice: «È normale che faccia pressione per venire da noi. Sa benissimo che è un'occasione importante.

Gli abbiamo parlato, facendogli capire di avere fiducia in lui ma anche che da un anno all'altro tutto può cambiare».

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